Il traffico internazionale di reperti rubati, Pellegrino si difende: “Non sono coinvolto”

 
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Gela. Ha parlato davanti al gip, dopo essersi costituito nelle scorse ore, nel carcere di Balate. Il cinquantaquattrenne Orazio Pellegrino, difeso dall’avvocato Davide Limoncello, è accusato di aver fatto parte di una presunta organizzazione, estesa a livello europeo, capace di gestire un vasto traffico di reperti archeologici trafugati. Pellegrino ha escluso di aver continuato, nel corso del tempo, ad avere contatti con gli altri indagati nell’inchiesta “Demetra”. Ha ammesso di essere stato coinvolto in altre indagini dello stesso tipo, a partire dal blitz “Agorà”.

Davanti al gip, avrebbe sostenuto di aver avuto un’interlocuzione solo con il riesino Angelo Chiantia, ma solo per una “consulenza” su un reperto acquistato in un mercatino in Belgio. Per il resto, non avrebbe avuto alcun ruolo, come sostenuto dal suo legale. Per gli inquirenti, invece, Pellegrino avrebbe fatto parte di un presunto nucleo di gelesi, in contatto con il resto dell’organizzazione.

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