Incendiò il bar “Belvedere”, locale venne distrutto: quattro anni a Comes

 
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L'azione è stata ripresa dai sistemi di videosorveglianza

Gela. Quattro anni di reclusione per l’incendio che devastò il bar “Belvedere”, in viale Mediterraneo. Il gup Silvia Passanisi ha emesso la decisione nei confronti del ventiquattrenne Vittorio Graziano Comes. Il magistrato, con il dispositivo, ha confermato quanto scoperto dagli investigatori. Sarebbe stato il giovane a forzare l’ingresso dell’attività commerciale, appiccando il rogo che in pochi minuti distrusse l’intero esercizio commerciale. Le fiamme si alzarono la stessa notte di un altro terribile incendio, quello che cancellò quasi del tutto la struttura del lido “B-Cool Beach”, sul lungomare. A Comes, i carabinieri e i pm della procura arrivarono analizzando diversi frammenti delle immagini registrate dai sistemi di videosorveglianza della zona. I particolari dell’auto usata e il ritrovamento di arnesi per lo scasso chiusero il cerchio intorno all’imputato che ha scelto il rito abbreviato. La condanna, ancora più pesante, a cinque anni e un mese di reclusione, è stata chiesta dai pm Ubaldo Leo e Federica Scuderi. La posizione dell’accusa è stata sostenuta dal Comune, parte civile con l’avvocato Marco Granvillano. L’amministrazione comunale ha scelto di stare nel giudizio, ritenendo di dover lanciare un messaggio contro azioni intimidatorie di questo tipo. Parte civile è anche il titolare dell’esercizio, che l’aveva dato in gestione (è rappresentato dall’avvocato Valentina Lo Porto).

La difesa di Comes, che intanto ha ottenuto la revoca di tutte le misure ed è attualmente libero, ha invece ribadito l’assenza di elementi certi per collegarlo all’azione di fuoco. L’ha fatto l’avvocato Davide Limoncello, che lo rappresenta. Il giovane ha sempre respinto le contestazioni, spiegando di non aver mai avuto alcuna ragione per colpire il bar e i gestori. Anche sui riscontri che hanno portato gli investigatori ad arrestarlo, la difesa ha sollevato diversi dubbi. Ci sarebbero elementi non verificati in maniera approfondita. La condanna sarà impugnata in appello.

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