Inchiesta “Exitus”, in aula Collodoro: “Mai a Vittoria con Ferrara, era il mio avvocato”

 
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Gela. I rapporti con l’avvocato Grazio Ferrara ci sarebbero stati ma solo per la sua attività professionale e per una conoscenza, maturata nel tempo. Ieri, in aula, nel dibattimento in corso che vede come imputati lo stesso Ferrara (difeso dall’avvocato Giacomo Ventura) ed Emanuele Zuppardo (rappresentato dal legale Roberto Afeltra), è stato sentito, in qualità di testimone, Carmelo Collodoro. Fu monitorato, nel corso dell’inchiesta “Exitus”, che portò i pm della Dda di Caltanissetta ad individuare la possibile cerchia di fiducia del boss sessantenne Salvatore Rinzivillo. Anche Collodoro è stato coinvolto, ma senza essere raggiunto da misure restrittive, seppur gli inquirenti lo ritengano ben inserito nel gruppo locale di Cosa nostra. Risponde di fatti legati all’indagine, davanti ai giudici del tribunale di Catania. La difesa di Ferrara l’ha chiamato a testimoniare. Per gli investigatori, Collodoro avrebbe accompagnato Ferrara a Vittoria e nelle aree limitrofe. Secondo l’accusa, ci sarebbe stato un incontro con un referente del gruppo Madonia, nell’area del vittoriese, Roberto Salerno. Collodoro, però, ha dato una versione decisamente differente. Ferrara, stando a quanto ha spiegato il testimone, l’avrebbe solo accompagnato, ma sempre in territorio gelese, alla ricerca dell’abitazione rurale di un anziano, una sorta di guaritore. “Avevo un problema ad un piede – ha detto Collodoro – e ho cercato di risolverlo con dei metodi della tradizione. Non sono mai stato a Vittoria ma siamo arrivati solo in contrada Spinasanta. Poi, l’avvocato Ferrara, sempre in quella zona, mi disse che c’era un suo amico che aveva un’azienda agricola e voleva andargli a fare visita, magari per qualche cassetta di pomodori”. In aula, Collodoro rispondendo alle domande del legale di Ferrara e del pm della Dda, Davide Spina, ha confermato che Ferrara lo difese in diversi procedimenti, anche su misure che intanto gli erano state imposte.

Nel corso dell’udienza, sono stati sentiti un commercialista e il titolare di una pizzeria, sul lungomare, che hanno ricordato incontri avuti con Ferrara, principalmente rispetto alla sua professione. Per gli investigatori, l’avvocato sarebbe stato un referente diretto del boss Rinzivillo, con un ruolo ancora più marcato dopo l’arresto del sessantenne, che fu coinvolto nella maxi inchiesta “Extra fines”.

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