Incidente operaio Smim, avviata indagine: Caruso trasferito a Palermo

 
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Gela. I magistrati della procura vogliono approfondire le dinamiche che, lo scorso mercoledì, sono state alla base del grave incidente sul lavoro verificatosi sull’isola 12 della fabbrica Eni.

Ad avere la peggio, è stato l’operaio quarantacinquenne Angelo Caruso, dipendente della società Smim. L’uomo, infatti, quasi alla fine del suo turno, è stato colpito da diversi tubolari staccatisi dall’impalcatura allestita nei pressi dell’impianto di alchilazione.
Si è sfiorata la tragedia: dopo la recente morte, abbattutasi sulla fabbrica gestita dalla multinazionale Eni, del trentenne Francesco Romano, dipendente della Cosmisud. I magistrati, nei prossimi giorni, potrebbero delegare le forze dell’ordine o, comunque, i militari della capitaneria di porto ed avviare i primi rilievi all’interno del cantiere allestito dagli operai della Smim.
Angelo Caruso, dopo l’iniziale commozione cerebrale, ha subito la frattura di entrambe le mandibole. Un suo collega, per poco, non subiva la stessa sorte: alla fine, ha riportato solo la frattura di un dito.
L’operaio travolto dai tubolari, proprio ieri mattina, è stato trasferito tra le stanze dell’unità operativa di chirurgia maxillo-facialle dell’ospedale Civico di Palermo. Sono stati proprio i medici del Vittorio Emanuele a decidere il trasferimento del paziente che, in questo modo, verrà sottoposto ad accertamenti ancor più approfonditi.
L’operaio, soccorso per primo dai colleghi presenti nel cantiere, è stato, subito dopo, trasportato al nosocomio di via Palazzi. Il viaggio verso Palermo è stato rallentato solo dall’iniziale indisponibilità di posti letto nell’unità specialistica del Civico.

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