Indotto fermo, nuova protesta degli operai Turco: questa mattina sit-in davanti ai tornelli

 
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Gela. Indotto fermo, questa mattina, in raffineria. Gli operai della Turco Costruzioni hanno presidiato i cancelli di ingresso della fabbrica di contrada Piana del Signore. La tensione, dopo alcuni giorni di tregua, non è comunque stemperata. I lavoratori sono in attesa di capire se otterranno una chiamata dalle aziende che si sono impegnate a garantire l’assorbimento dei licenziati. Allo stesso tempo, rivendicano il pagamento degli arretrati. Dopo giorni di protesta in strada, con i presidi ai varchi di accesso della fabbrica di contrada Piana del Signore, la soluzione, almeno sulla carta, è giunta in prefettura a Caltanissetta.

La vertenza dei lavoratori Turco. Fino ad ora, però, non ci sono riscontri sul fronte assunzioni, nonostante i sindacati di Cgil, Cisl, Uil e Ugl stiano monitorando l’intera vicenda, insieme agli imprenditori di Sicindustria e Legacoop. Così, questa mattina è scattata la protesta, che ha lasciato fuori dallo stabilimento i lavoratori delle aziende dell’indotto, quasi paralizzando anche l’attività degli operatori Eni. Senza soluzioni, la protesta potrebbe montare ancora una volta.

5 Commenti

  1. oggi, quando qualche lavoratore di altre imprese ha detto che il progetto green rischia di essere stoppato e la raffineria chiusa definitivamente, i manifestanti hanno detto che non glie ne frega nessuno, morti loro morti tutti.
    la raffineria per come era, la abbiamo persa per sempre, ed uno dei tanti motivi per cui eni ha deciso di abbandonare gela, è proprio per i fastidi che il territorio da da sempre. cosa che non succede in nessun altro sito, neanche in corno d’africa. quello che ha fatto fuggire eni si chiama: esposti e continui avvisi di garanzia con pesanti e negative ripercussioni sulla continuità di marcia e la tranquillità nel gestire la produzione, tentativi da tutte le latitudini di ottenere soldi con richieste di risarcimento piu disparate, il comune che invece di collaborare si costituisce parte civile in tutti i processi, i cancelli bloccati ogni due per tre per problemi causati da imprenditori non degni di tale appellativo, palese sensazione di avere tutta la città contro, maestranze che nonostante gli enormi sforzi in termini di sicurezza sono sempre tendenti piu di altri ad infortunarsi, e chi piu ne ha piu ne metta. il fatto che la raffineria era in perdita è da considerare in secondo piano. eni non avrebbe mai chiuso se tutto il territorio non si fosse schierato contro. non diamo la colpa solamente ai politici, ai sindacati, alle parti che hanno sottoiscritto il protocollo. a quel punto eni aveva già deciso di mollarci, e nessuno avrebbe potuto fare altro.
    la green è da considerare un rametto con una foglia per garantire la fotosintesi all’albero potato, con la speranza che lo possa far tornare a vegetare. la se facciamo morire anche quel rametto e quella foglia, tutto l’albero muore e con esso anche la città.
    non sono un sindacalista, non sono un politico, non sono uno del diretto, sono solo uno molto preoccupato di dover fare le valigie, io e la mia famiglia, perchè continuando così, tutti perderemo il lavoro e gela morirà completamente.
    è assurdo che tu chiami un impresa per rifare il bagno di casa tua, paghi regolarmente l’imprenditore, lui maltratta i suoi operai e loro invece che rompere il c..o alo loro padrone, vengono a bloccare la porta di casa mia impedendo a me e la mia famiglia di vivere con normalità.
    succede solo a gela, ed i dirigenti di eni non lo possono capire. chiuderanno tutto!!
    abbiamo tirato troppo la corda.

  2. Croci… mi hai fatto scendere una lacrima…
    Tutti contro eni … ma eni che inquina, contamina e non bonifica?
    Eni che ha sulla coscienza migliaia di persone morte di tumore e bambini malformati e dalle cause ne esce vittoriosa?
    Eni che ci forniva acqua dissalata con trialometano ?
    Beh se deve essere così meglio che paghi, bonifichi il territorio invece di trasformare in deposito e vada via
    Abbiamo perso tutti

  3. Questi signori non stanno facendo altro che danneggiare tutti, perche cosi continuando ENI taglierà tutti gli investimenti e tanti saluti.
    Le aziende si sono riunite e hanno dato la disponibilità a ricollocare queste persone che però dovrebbero avere il buon senso di lasciar proseguire le attività in modo tale da sopperire ai danni che il loro blocco ha creato ,se continuano con i preside nessuna azienda potrà assumerli visto che non produce .Ecco forse e arrivato il momento di far prevalere il buon senso all ‘ ignoranza.

  4. Sia chiaro che la rabbia dei lavoratori licenziati e giustissima e che a loro va tutta la solidarietà del caso ma purtroppo paghiamo anni di mala politica e silenzi che hanno distrutto il territorio,quello che viene fatto oggi doveva essere fatto quando e stata annunciata la chiusura della fabbrica e non ora.
    Purtroppo siamo tutti consapevoli che i pochi i vestimenti previsti avranno un termine e finirà per tutti quindi finché ce ne vediamo di goderne tutti senza danneggiare nessuno.

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