La cocaina nei luoghi della movida, la Smart e le “ordinazioni” sui social: scattano due arresti

 
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Immagini di repertorio

Gela. La cocaina la spacciavano soprattuto nelle zone della movida, in piazza Sant’Agostino e in altri luoghi di ritrovo dei più giovani. I carabinieri del nucleo operativo, coordinati dai pm della Dda di Caltanissetta, ritengono che l’affare dello spaccio fosse nelle mani del ventisettenne Rocco Grillo e del trentatreenne Antonio Radicia (con precedenti penali e coinvolto nella maxi inchiesta “Malleus”). I militari li hanno seguiti per circa un anno. La droga gli avrrebbe garanito introiti mensile fino a trentamila euro. Gli arresti rientrano nell’inchiesta “Smart”. Il riferimento scelto dagli investigatori non è casuale. Su una Smart si muoveva Grillo per piazzare le dosi ai tanti clienti della città. I contatti erano intensi e anche per evitare i controlli, venivano usate sim sempre diverse. Al telefono, parlavano di “Merit”, “sigarette”, “caffè” o di “bingo”. In realtà, erano comunicazioni criptiche, che invece servivano a prendere le “ordinazioni”. Grillo e Radicia sono stati sottoposti a misura di custodia cautelare in carcere.

Secondo le indagini, il loro referente sarebbe stato Emanuele Brancato, come Radicia già coinvolto in altre indagini antidroga (venne arrestato al termine dell’inchiesta “Samarcanda”). Il trentenne avrebbe assicurato diversi rifornimenti di droga, anche se nei suoi confronti non è stata emessa alcuna misura di custodia cautelare. Le comunicazioni venivano tenute anche attraverso i social network, almeno questo hanno potuto appuratre gli inquirenti. I pm della Dda nissena e gli stessi militari ritengono che quella scoperta con l’inchista “Smart” sia un’organizzazione dedita allo spaccio sul territorio.

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