La morte della piccola Gloria, il pm: “errori e neglienze da parte dei medici”

 
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Roma. Ad una svolta l’indagine per la morte di Gloria Maria Ascia, la bambina di 2 anni sottoposta a un trapianto di midollo nell’estate 2013 e morta per emorragia in seguito al mal posizionamento del catetere.

Secondo quanto riportato dal Corriere della Sera sono otto i medici del Policlinico di Tor Vergata indagati per la morte della piccola. L’inchiesta dei carabinieri del Nas, ha accertato che, quel giorno – tra la sala operatoria e il reparto di Ime, Istituto Mediterraneo di Ematologia- furono commessi errori e negligenze che, tutti assieme, portarono alla morte della bimba.

Una relazione incompleta. L’aspetto inquietante riguarda il fatto che alcuni di quei medici scrissero una relazione «palesemente reticente sotto il profilo della doverosa descrizione e segnalazione delle notevoli difficoltà occorse».
Tra gli indagati, tutti per omicidio colposo, oltre ai medici Giorgio Onori e Nicola Bruno, c’è anche l’anestesista Mario Dauri, fratello di Pierfrancesco, a sua volta sotto inchiesta per la morte di Giovanna Fatello, la bambina di 9 anni morta in seguito a un’operazione al timpano a Villa Mafalda (l’inchiesta del pm Mario Ardigò dovrebbe essere prossima alle conclusioni un anno dopo). A Dauri che si era difeso -«Non eravamo al bar mentre Gloria moriva ma serve tempo per leggere una lastra» aveva detto intervistato da un quotidiano- si contestano negligenza e un rapporto «palesemente reticente sotto il profilo della doverosa descrizione delle difficoltà» sulla vicenda.

Catetere mal posizionato. Quanto agli altri due medici Onori e Bruno, secondo il pm: «Effettuavano scorrettamente il posizionamento del catetere» e trascuravano le radiografie che «mettevano in luce sia il malfunzionamento del catetere» sia l’emorragia in corso.
Indagati anche i medici Teresa Misciasci, Pietro Sodani, Javid Gaziev, Cecilia Alfieri e Michela Ribersani. Alcuni di loro «avendo avuto piena contezza delle forti complicanze verificatesi non prendevano in adeguata considerazione i radiogrammi eseguiti».

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