La riconversione di Eni, l’Ugl: “Chiarezza su numeri occupazionali…territorio usato come bancomat”

 
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I vertici dell'Ugl oggi a confronto

Gela. Serve chiarezza sui numeri occupazionali della nuova green refinery ma anche sui progetti dell’upstream di Eni. I vertici regionali e nazionali dell’Ugl si sono dati appuntamento in città per tirare le somme, in vista della fase più importante della riconversione industriale, decisa con il protocollo di intesa del novembre di quattro anni fa. “Da oltre mille unità – ha spiegato il segretario provinciale dell’Ugl chimici Andrea Alario – nel diretto di raffineria, è stata toccata quota cinquecento operatori. Una perdita evidente. Soffre anche l’indotto, con centinaia di posti di lavoro persi. Un punto cruciale sarà quello dell’incentivazione agli investimenti anche di altre aziende”. All’ex chiesa di San Giovanni, questa mattina, c’erano il segretario nazionale del settore petrolio Michele Polizzi, quello confederale Giovanni Condorelli, il segretario generale Paolo Capone e quello regionale Giuseppe Messina. “Siamo convinti che Eni vada pungolata – ha precisato Polizzi – ma le bonifiche comunque le effettuerà. Ci sono impegni precisi che vanno rispettati”.

“Il territorio usato come un bancomat”. I vertici dell’Ugl, inutile nasconderlo, temono soprattutto per le ricadute occupazionali. Anche per questa ragione, almeno inizialmente, si opposero alla firma del protocollo di intesa. Per Alario, inolte, quanto deciso sull’accordo di programma e sull’area di crisi complessa, va in senso opposto all’interesse del territorio. Troppo pochi i venticinque milioni di euro messi sul tavolo da governo e Regione. La politica non sarebbe esente da responsabilità. “Fino ad oggi, forze politiche locali e nazionali – ha detto ancora Alario – hanno usato questo territorio come un bancomat, solo per l’ottenimento di voti e consensi”. La riconversione decisa da Eni, quindi, non ha ancora convinto tutti e in ballo c’è il futuro di centinaia di lavoratori, non solo della raffineria ma anche di Enimed.

1 commento

  1. Andreaaaaaa glilo puoi dire tranquillamente ai colleghi di Raffineria e di Enimed, che tra qualche mese verranno trasferiti pure loro chissà dove, preparatevi le valigie cari dipendenti Eni, si sono finiti i tempi delle festicciole in fabbrica, saluti a tutti

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