Non erano cavi Apple ma contraffatti, giovane gelese accusato: è stato assolto dai giudici di Roma

 
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I cavi risultarono contraffatti e vennero sequestrati

Gela. Non ci sono elementi per ritenerlo colpevole. Con una pronuncia predibattimentale, i giudici del tribunale di Roma hanno assolto un giovane gelese. Era accusato di aver introdotto sul territorio italiano materiale contraffatto, sequestrato dalle autorità competenti. Tutto si verificò quando decise di acquistare, attraverso un sito internet specializzato, diversi cavi, apparentemente della Apple. Pagò con il sistema postepay, ma il sequestro scattò perché in realtà si trattava di accessori contraffatti. Da quanto ricostruito, sarebbero stati piazzati da rivenditori e-commerce cinesi. Il giovane si convinse all’acquisto, spinto da un prezzo comunque alla sua portata. In base agli accertamenti condotti da personale delle dogane, emerse però che il materiale non era riconducibile alla casa madre Apple. Il legale che ha rappresentato il giovane, l’avvocato Marco Granvillano, ha subito fatto emergere come l’imputato non avesse affatto consapevolezza di essere stato raggirato né avrebbe avuto intenzione di introdurre sul territorio italiano materiale irregolare.

Anche il fatto di aver pagato con un sistema, comunque assolutamente tracciabile, confermerebbe la sua buona fede. Tutti aspetti che hanno convinto i giudici romani a chiudere il procedimento, ancora prima dell’apertura del dibattimento, con una pronuncia favorevole al giovane.

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