“Partecipò all’omicidio Bellomo” ma la Cassazione annulla la sentenza per Curvà

 
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Gela. Saranno i giudici della corte d’assise d’appello di Catania a decidere se il trentatreenne Emanuele Curvà agì con premeditazione per l’uccisione del commerciante Luciano Bellomo, freddato a Macchitella nel settembre del 2007. Lo hanno stabilito i giudici della corte di cassazione annullando con rinvio la sentenza di condanna a 17 anni e 4 mesi già emessa nei confronti del giovane.

I giudici romani hanno, in sostanza, confermato il corpo del provvedimento di condanna, rinviando ai colleghi etnei solo per capire se ci sia stata o meno premeditazione. In questo modo, è stata accolta la linea difensiva portata avanti dal legale di Curvà, l’avvocato Maurizio Scicolone.
Proprio il difensore ha fatto leva sull’assenza di premeditazione e, quindi, di un piano già organizzato insieme a Domenico Cafà, il presunto killer di Bellomo, per colpire la loro vittima. I familiari dell’ucciso si sono costituiti parte civile con gli avvocati Salvo Macrì e Nicoletta Cauchi.
Quest’ultimi si ritengono comunque soddisfatti dalla pronuncia dei giudici di cassazione che, comunque, non hanno messo in discussione la responsabilità di Emanuele Curvà nel delitto del commerciante.

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