“Praesidium”. Una strada usata come roccaforte della malavita, auto di commercianti bruciate per ritorsione

 
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Gela. Il quartiere Sant’Ippolito era “cosa loro”.

In via Lecce, ma anche nel quartiere San Giacomo, la banda dedita a furti, spaccio e persino incendi d’auto, avevano stabilito il loro quartier generale. Lo hanno sottolineato nella conferenza stampa in commissariato magistrati e poliziotti che hanno dato vita all’operazione Praesidium. Tre sono finiti in carcere, 4 ai domiciliari mentre 5 sono i minori coinvolti.

E non è un caso che il blitz sia stato effettuato stamane, nel 25esimo anniversario della morte di Falcone, della moglie e della sua scorta.

Il procuratore capo Fernando Asaro

E’ un territorio devastato dall’illegalità. Le indagini sono partite nel luglio 2016 . Si è agito in un clima di assoluta omertà. Sono 33 i capi di imputazione, 16 i furti contestati. Ritenevano di essere impuniti. I furti venivano commessi anche al mattino. Nessuno ha parlato. Tutti vedevano”.

Il punto di riferimento era l’abitazione di Giovanni Canotto in via Lecce.                      

La refurtiva veniva scaricata sotto gli occhi di tutti a Sant’Ippolito. Viene citato l’episodio di un televisore di 42 pollici scaricato alle 9 a casa di Canotto e consegnato poco dopo al ricettatore. Dopo i furti, si radunavano tutti nei pressi dell’abitazione di Canotto.

“In alcuni casi di furto – ha continuato il procuratore Asaro – intimorivano i proprietari che non dovevano denunciare. Hanno dato alle fiamme le auto di commercianti che si erano permessi di fornire le immagini dei sistemi di videosorveglianza

Sono 6 invece gli episodi di spaccio ricostruiti. Le indagini hanno condotto al quartiere San Giacomo, dove avveniva il traffico di sostanze stupefacenti gestito dagli arrestati, con la cessione di hashish, marijuana e cocaina. 

Il dirigente del commissariato di Gela Francesco Marino

 “Le vedette avvisavano gli spacciatori della presenza della polizia. Un’anziana ritirò una denuncia per furto dopo che il nipote venne minacciato”

Il commissario Domenico Demaio

“Il quartiere Sant’Ippolito era sotto ricatto. Nessuno osava ribellarsi. In passato c’era maggiore collaborazione da parte della gente. Stiamo tornando indietro”.

In totale, gli indagati sono ventisei. Uno dei minori è stato arrestato ad Ascoli Piceno.

Presenti anche il Questore di Caltanissetta Giovanni Signer, il sostituto Procuratore per i minorenni Stefano Strino e il pm D’Antona.

Gli arrestati

Giovanni Canotto di 21 anni,

Giuseppe Giaquinta di 46,

Carmelo Meroni di 31,

Maurizio Smorta di 21,

Antonio Fusco di 61,

Niculai Cozma di 24,

Paolo Melilli di 33 e cinque minori.

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