“Può nascere il Parco della Piana di Gela”, Giudice: “Ci sono tutte le condizioni”

 
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Emilio Giudice

Gela. Rispetto al passato, qualche apertura in più sembra trasparire anche dalla politica locale. Per Emilio Giudice, responsabile della Riserva Orientata Biviere, il progetto del Parco della Piana di Gela ha tutte le condizioni per essere realizzato. Si tratterebbe di una svolta, vera e propria, in grado di mettere insieme le esigenze di tutela ambientale con quelle di un’agricoltura sostenibile, che possa rilanciare le produzioni locali. La proposta è stata nuovamente avanzata da Giudice, qualche settimana fa, nel corso di un incontro organizzato dalla sezione locale del Fai. “Devo dire che rispetto a dieci anni fa, quando avevo lanciato questo progetto – spiega Giudice – ho notato che oggi, anche da parte del sindaco, c’è stato un primo riscontro”. Il Parco metterebbe insieme tutti i territori che si affacciano sulla Piana di Gela. Un totale di almeno sei Comuni. “Sicuramente, rientrerebbero Gela, Mazzarino, Butera, Caltagirone, Niscemi e Acate, senza escludere anche un eventuale ampliamento ad altri territori. Peraltro, si tratta di zone, come quella di Caltagirone e Niscemi, dove sono già presenti riserve come la Sughereta e Santo Pietro”, precisa Giudice. Chiaramente, un percorso di questo tipo richiede una serie di passaggi preliminari e intermedi, a partire dalla costituzione di un comitato, anche di cittadini, che possa poi ottenere il riconoscimento dal Ministero o dalla Regione. “Le condizioni di questo territorio permettono la costituzione di un Parco naturale – aggiunge Giudice – non è una proposta fatta a caso, anzi. La Piana di Gela è una delle più importanti d’Italia. Non ci sarebbe alcun contrasto con le esigenze dell’agricoltura, che verrebbe maggiormente tutelata. Ci sarebbe un richiamo ai valori veri del territorio, che non sono quelli delle serre o dei pannelli fotovoltaici nelle aree agricole”. Un Parco porterebbe alla costituzione di un ente, con tutti gli sviluppi pratici del caso. “L’istituzione di un parco – dice ancora Giudice – consentirebbe di avere controlli e una vigilanza, che attualmente le aree rurali locali non hanno. Si creerebbe un ente, del quale fanno parte i Comuni, con la politica chiamata a dialogare con gli operatori del settore, i comitati e le associazioni”. Circa dieci anni fa, lo stesso Giudice aveva formulato una richiesta in tal senso, che poi non trovò seguito.

“Diciamo che ci fu supporto da parte della società civile – aggiunge – probabilmente, alla politica non interessava. Oggi, ci sono le condizioni. L’industria locale è andata incontro ad un processo di riconversione e dare spazio al Parco della Piana di Gela significherebbe rivalutare la vera vocazione di questo territorio, mettendo insieme tutela ambientale e agricoltura sostenibile. Le due cose non sono per nulla in contrasto”. Se ci saranno veri sviluppi non è semplice da prevedere, anche perché l’impulso principale dovrà eventualmente arrivare dalle istituzioni locali.

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