Rapporti con i clan, a Palmieri confiscate aziende e beni: una anche in Romania

 
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Gela. C’è anche una società con sede in Romania tra quelle finite sotto confisca, così come disposto nei confronti dell’imprenditore Cristoforo Palmieri, con diversi interessi nel settore della metalmeccanica. Il provvedimento è stato eseguito dalla Dia di Caltanissetta e ha toccato sette società, quote azionarie, sei fabbricati, due terreni e dieci rapporti bancari-postali, oltre ad un’automobile. Secondo gli investigatori, l’imprenditore avrebbe avuto contatti diretti con i clan, finalizzati anche ad agevolare i suoi affari. Nei suoi confronti era già stata applicata la sorveglianza speciale. Gli interessi economici l’avrebbero portato ad avviare attività in provincia di Ragusa e nel vicentino, con società che sono state sottoposte a confisca definitiva. Ad inizio anno è stato condannato, in appello, per l’omicidio di Crocifisso Sartania.

Un “cold case” ricostruito nel tempo e che ha portato gli investigatori ragusani a contestargli la partecipazione. In primo grado, il gup del tribunale ibleo l’aveva assolto. La Corte d’assise d’appello di Catania, invece, ne ha disposto la condanna insieme a quelle per Orazio Rolletto e Carmelo Curvà. Una doppia assoluzione, invece, arrivò per un operaio che l’imprenditore aveva accusato di minacce e richieste estorsive. L’ex dipendente, che era stato assunto nei cantieri Nuovo Pignone, era ritenuto responsabile di aver agito per conto della stidda. Contestazioni che caddero sia in primo grado, con l’assoluzione decisa dai giudici del tribunale di Massa, sia in appello, con sentenza dei magistrati della Corte d’appello di Genova. Gli inquirenti, da anni ormai, tengono sotto stretta osservazione Palmieri e la proposta di confisca era stata formalizzata due anni fa.

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