Schianto mortale sulla 626, persero la vita il sedicenne Scalzo e Danese: perito in aula

 
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Lo scontro mortale su un tratto della 626

Gela. Ha riferito sul contenuto di una nuova perizia, disposta su richiesta della difesa del ventiseienne Andrea Nicosia, condannato in primo grado a sette anni e quattro mesi di reclusione, per l’incidente stradale costato la vita al sedicenne Angelo Scalzo e all’ambulante riesino Giuseppe Danese. L’ingegnere nominato dalla Corte d’appello di Caltanissetta, questa mattina, ha risposto alle domande di tutte le parti. In base alle contestazioni, ci sarebbe stata la responsabilità dello stesso Nicosia (istruttore di guida). Una ricostruzione contestata invece dalla difesa, i cui consulenti hanno sottolineato la presenza di un giunto lesionato nel tratto di strada del sinistro (ci sarebbe stato un effetto aquaplaning). A bordo dell’auto guidata dall’istruttore, oltre a Scalzo, c’erano la sorella e un’altra ragazza. Ritornavano da Caltanissetta, dove erano state effettuate le prove per l’ottenimento del patentino di guida. L’impatto fatale si verificò tra la Peugeot condotta dall’imputato e l’auto del riesino Danese. Per il sedicenne e per l’ambulante non ci fu nulla da fare. Le due ragazze riportarono gravi ferite. Anche l’imputato ebbe conseguenze. Oltre all’omicidio stradale plurimo, gli vengono contestate le lesioni gravissime. Nell’incidente venne inoltre  coinvolto un mezzo pesante. Il perito, sentito in aula, ha escluso eventuali responsabilità di Danese o del conducente del mezzo pesante. Ha concentrato l’attenzione proprio sulla guida dell’imputato, individuando responsabilità rispetto a quanto accadde quattro anni fa sulla 626. L’ingegnere ha anche sottolineato che a seguito dei nuovi rilievi effettuati sul luogo dello schianto è stato possibile accertare una lesione del manto stradale, anche se non ci sono certezze che fosse già presente quando si verificò l’incidente mortale. Ha richiamato quanto indicato dal tachimetro dell’automobile, che riportava una velocità nei limiti. Secondo la sua disamina, l’imputato, con la pioggia di quel giorno, avrebbe comunque dovuto tenere una condotta di guida diversa. L’ulteriore perizia è stata disposta su richiesta dei legali di Nicosia, gli avvocati Flavio Sinatra e Antonio Gagliano, che hanno ottenuto la riapertura dell’istruttoria. A gennaio, si procederà con le richieste della procura generale e le conclusioni delle parti. Potrebbe arrivare la decisione.

La famiglia Scalzo, che dall’inizio segue l’intero procedimento, è rappresentata come parte civile dal legale Rita Parla, nell’interesse della società Giesse Risarcimento Danni. Lo stesso legale e la società rappresentano anche la famiglia Danese. Un altro familiare dell’ambulante riesino è stato parte civile (con il legale Giuseppe D’Acquì). Proprio alle parti civili, in primo grado, al termine del giudizio abbreviato, era stato riconosciuto il diritto al risarcimento dei danni. Le famiglie Scalzo e Danese anche oggi erano presenti in aula. “Attendiamo l’udienza di gennaio – hanno commentato all’uscita dall’aula e in maniera congiunta – con grande fiducia nei confronti di questo collegio, auspicando che quanto già decretato in primo grado venga confermato senza neppure un solo giorno di sconto di pena, come è giusto che sia”.

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