Se Messinese cade chi sale sulla torre? Professionisti, sindacalisti e “lupi” della politica…c’è spazio per il papa straniero?

 
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Gela. La “metafisica” città che tutti invocano quando c’è da fare il “bene della città”

oppure quando bisogna stare “uniti per la città” probabilmente è impegnata a dipanare matasse più difficili da sbrogliare, il lavoro che non esiste, tanti che se ne vanno, l’assenza dei più elementari servizi di base. Però, il quesito sembra quasi naturale da porre.

Chi sale sulla torre? Ma se questa sfiducia lacrime e sangue dovesse passare, dando il benservito anticipato al sindaco ex grillino Domenico Messinese e ai suoi assessori, chi salirebbe sulla torre? Attualmente, quella di Manfria, che è un po’ la torre di quella stessa città che forse pensa ad altro, è illuminata da altre luci (ma questa è una storia diversa), però va più che bene nel tentativo di avere una torre da dove si scende e sulla quale si sale. Non ci sono certezze per sostenere che la sfiducia possa passare in consiglio comunale. Se accadesse, però, a qualcuno spetterà  salire. La città di cui sopra, salvo una certa intellighenzia piuttosto alla naftalina e il voto strutturato praticamente da sempre, a destra oppure a sinistra, ha già abbondantemente dimostrato di aver chiuso la porta all’esperienza di Fasulo e dei suoi, che l’hanno pure mollato una volta che la nave è affondata, ma non sta certo reagendo con applausi ad ogni piè sospinto davanti alle mosse del gruppo Messinese che, programma alla mano, avrebbe dovuto scompaginare tutto e tutti. Quindi, su questa solitaria torre, ad eccezione di agosto quando le luci si accendono e la musica ha inizio, chi potrà mai salire? All’astensionismo delle amministrative in città non ci credono più neanche i populisti duri e puri. Per scegliere sindaco e consiglieri a votare ci vanno tutti, le famiglie si mobilitano e i morti, se riuscissero a farlo, potrebbero anche resuscitare. Una cosa è certa, negli ultimi tempi va di moda il papa straniero, qualcuno insomma che sia espressione di una certa area politica ma senza tessere o, comunque,senza che sia immerso attivamente nella vita di partito. Di papi stranieri, anche in città, di certo non ne mancano. Nel centrosinistra, da tempo, qualcuno pensa ad un’eventuale avventura politica del segretario confederale della Cgil Ignazio Giudice oppure dell’avvocato Emanuele Maganuco, loro stessi, almeno nell’approccio con quanto accade in città, non sono di certo timidi neanche sul piano pubblico. Insomma, probabilmente a nessuno dei due dispiacerebbe salire sulla torre e prendersi la fascia. Il percorso, però, è certamente molto difficile.

Non solo papi stranieri…Anzitutto, su quella torre vorrebbero salire in tanti, anche tra quelli che la politica attiva la fanno in consiglio. Così, ci sono Vincenzo Cirignotta, Guido Siragusa, Enrico Vella, Giuseppe Ventura (che al momento ha la testa alle Regionali ma la torre la conosce forse più di tutti) e Antonino Biundo, senza dimenticare Alessandra Ascia e le velleità di chi in quegli ambienti di partito, nel centrosinistra, ci bazzica da anni. Il papa straniero avrebbe il vantaggio, però, di potersi presentare davanti alla torre al motto “io non c’entro niente…datemi una possibilità”. Nel centrodestra, sembra più difficile individuare papi stranieri, anche se in passato gli approcci con qualche professionista della città non sono mancati. Indicare nomi, in un marasma così vasto, sarebbe azzardato. Una cosa è certa, sulla torre, anche in questo caso, vorrebbero salire eccome i “lupi” della politica attiva. A Pino Federico, che pensa ancora all’Ars, non dispiacerebbe chiudere in bellezza con la fascia tricolore e su quella torre vorrebbe salire anche il suo fedelissimo Salvatore Scerra che lo segue come un’ombra. Nell’ipotetico borsino non mancano il solito Lucio Greco o l’altro forzista Maurizio Scicolone. I giovanissimi allevati politicamente dai “grandi” dovranno attendere, sempre che il papa straniero non arrivi a scompaginare tutto. I grillini locali di papi stranieri potrebbero presentarne uno al giorno. Certo, con Messinese che doveva essere il loro papa straniero per eccellenza, hanno fatto cilecca. Però, potrebbero riprovarci. Professionisti, esponenti di associazioni e imprenditori “illuminati” abbondano, senza dimenticare il sindaco mancato , ovvero il consigliere comunale Simone Morgana che tanti, tra i grilini, avrebbero visto di buon occhio al posto di Domenico Messinese. Come è andata a finire lo sappiamo tutti. La torre attende. Salirci è possibile, ma a cadare ci si impiega un attimo.

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