Sindacato amministratori giudiziari in allarme, “stoppare circolare dell’Autorità nazionale”

 
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Gela. Una recente circolare dell’Autorità nazionale per i beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata sta mettendo in subbuglio i professionisti che operano come amministratori giudiziari. I vertici nazionali del sindacato Sinageco hanno scritto non solo all’Autorità ma anche al premier Giorgia Meloni e ai ministri Carlo Nordio e Matteo Piantedosi. La richiesta è di bloccare da subito gli effetti della circolare che avrebbe ripercussioni pesanti sull’attività svolto dagli amministratori giudiziari, molti dei quali operano anche sul territorio. Il sindacato attende un incontro con i destinatari della missiva.

“Del tutto improprio è l’iter utilizzato per l’adozione della circolare, in spregio al principio della pubblica consultazione, proprio degli enti pubblici, al quale, già in passato, si era dovuta conformare anche codesta Agenzia, la quale, in questa circostanza, ha ritenuto, invece di non avviare alcuna propedeutica interlocuzione allargata”, scrivono il presidente Giovanni Mottura, il vice Efrem Romagnoli e il segretario generale Sandro Cavaliere. Nello specifico viene sottolineato che “si è ignorato totalmente che l’attività di coadiutore è esplicitazione di un contratto privatistico e a termine, peraltro attualmente declinato in diversi formati, tutti parimenti in corso, ma redatti in periodi differenti, che intercorre tra l’Agenzia proponente e il professionista coadiutore (Amministratore Giudiziario) che lo ha sottoscritto. Pertanto, in osservanza delle norme del Codice civile, appaiono del tutto illegittime e arbitrarie modifiche unilaterali, peraltro con intenti surrettiziamente retroattivi, come quelle contenute nel documento in oggetto, che vogliono interpretativamente ampliare gli obblighi del contraente Coadiutore o ridurne i diritti rispetto a quanto disciplinato nei contratti in corso”. Ancora, si legge che “si è contravvenuto anche ad una pluralità di principi giuridici generali, oltre a specificità del Codice Antimafia e applicazioni operative dello stesso, nonché alla certezza della determinazione dei compensi in ragione dell’opera effettivamente prestata. A riguardo, ci si riserva di contestare tali violazioni nelle opportune sedi giudiziarie, a tutela dei diritti e degli interessi legittimi dalle stesse lesi”. Infine, il Sinageco conferma “che risulta incomprensibile l’adozione della circolare in argomento, con le modalità e le criticità evidenziate, considerato che la gestione dei numerosissimi beni-aziende sequestrati e confiscati si incentra sulla qualificata attività dei Coadiutori, quali liberi professionisti, senza il cui ausilio l’Anbsc non sarebbe di certo autonomamente in grado di amministrare e successivamente destinare tali beni”. Il sindacato spinge per un tavolo di confronto che vada incontro alle richieste dei professionisti che svolgono incarichi “spesso assai delicati e sempre più complessi”.

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