Sversamento in mare, negato accesso agli atti: Consumatori davanti al Tar

 
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Gela.
Al centro della contesa è finito lo sversamento d’idrocarburi che, lo scorso giugno, si estese al fiume Gela e allo specchio di mare limitrofo. I rappresentanti dell’associazione Centro per i diritti del cittadino, infatti, hanno chiesto sia ai funzionari di Palazzo di Città che a quelli della raffineria Eni di poter accedere a tutte le informazioni

tecniche e ambientali raccolte dai funzionari del territorio all’indomani dello sversamento.
La prima istanza fu presentata a luglio: davanti alla mancata risposta, i legali dell’associazione hanno deciso di rivolgersi ai giudici del tar di Palermo. Un doppio ricorso, non a caso, è stato notificato sia ai funzionari di Palazzo di Città che a quelli della fabbrica di contrada Piana del Signore.
Qualcosa, però, nell’intera vicenda, sembra non quadrare. Stando ai funzionari del settore municipale istruzione e ambiente, la documentazione richiesta, perlomeno quella disponibile negli uffici di Palazzo di Città, sarebbe stata trasmessa ai rappresentanti dell’associazione già ad ottobre. I legali dei consumatori, però, non sembrano avere intenzione di fare un passo indietro, confermando l’azione davanti al tar.
Per questa ragione, i funzionari comunali hanno scelto di nominare un legale per resistere davanti ai giudici amministrativi di Palermo.
Il maxi sversamento d’idrocarburi che dalla fabbrica Eni si estese fino allo specchio di mare circostante continua a produrre strascichi, perlomeno giudiziari. 

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