Un ventunenne morì dopo lo schianto di una Bmw sulla Gela-Manfria, assolti tre tecnici finiti nell’indagine

 
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Gela. Una Bmw 320 contro un guard rail lungo la statale 115, all’altezza di Roccazzelle. In tre davanti al gup. A morire fu l’elettricista ventunenne Salvatore Cantaro, a bordo della vettura insieme a tre amici. L’auto finì la corsa contro un palo dell’illuminazione. A distanza di tre anni da quel tragico incidente stradale, arriva il verdetto del giudice dell’udienza preliminare Paolo Fiore. Salvatore Romano, Gianfranco Diliberto e Stefano Moncada sono stati assolti per non aver commesso il fatto. Finirono nell’indagine avviata dai magistrati della procura a seguito degli incarichi ricoperti durante la realizzazione del progetto di rifacimento di quel tratto della 115. Romano, infatti, era stato il direttore dei lavori mentre Diliberto e Moncada sono, rispettivamente, un tecnico e uno dei responsabili dell’azienda che si occupò del sistema d’illuminazione. Stando alle accuse, infatti, ci sarebbero state anomalie progettuali sia rispetto alla sistemazione dei guard rail sia sul piano del collocamento dell’illuminazione. Una tesi del tutto contestata dai legali dei tre. Non a caso, l’avvocato Antonio Gagliano, componente del pool difensivo, ha sottolineato l’assoluta regolarità dei sistemi collocati lungo il tratto stradale teatro dello schianto. Addirittura, stando alla linea di difesa, proprio quei guard rail avrebbero evitato conseguenze ulteriori agli altri occupanti della Bmw. La procura ha ritenuto fondate le contestazioni, chiedendo il rinvio a giudizio degli indagati. Una richiesta non accolta dal gup Fiore che ha deciso per l’assoluzione.

Il conducente ha patteggiato. Ha invece scelto di patteggiare la condanna il conducente della Bmw. Il giovane Giuseppe D’Antoni, difeso dall’avvocato Riccardo Lana, finì a sua volta nell’indagine, avviata per omicidio colposo e condotta proprio dai magistrati della procura.  

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