“Vi racconto i giorni da incubo a Roma”, vivere in carrozzina tra mille difficoltà

 
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Gela. Ha destato un certo clamore, destando rabbia e indignazione la lettera aperta che Pinuccia Purpura, funzionario del Comune di Gela e moglie del dottor Ignazio Morgana, ha inviato al quotidiano il Messaggero di Roma.

E’ una lettera aperta al sindaco Marino. Pinuccia combatte da anni con una distrofia muscolare che la costringe a muoversi su una sedia a rotelle. Per incontrare il Papa in Vaticano ha dovuto vedersela con buche, mancanza di scivoli e scarsa organizzazione. Ecco la sua lettera pubblicata da Il Messaggero che noi volutamente riprendiamo.
“Inizio con l’albergo che ha la sala colazione inarrivabile in carrozzina per via degli scalini, ma la gentilezza del personale fa superare la cosa. Ma sono venuta a Roma dalla Sicilia per visitare la città ed andare in visita dal nuovo Papa in Vaticano”.
“Uscire in carrozzina è stato un incubo per me ed il mio coraggioso e forzuto marito che ha rischiato di buttarmi giù almeno tre volte in poco più di 48 ore di giri in città, da via dei Due Macelli a via Barberini verso il Vaticano. La giornata di mercoledì in San Pietro, con il Papa che mi dà la mano e mi parla e mi guarda con quel suo sguardo d’acciaio e la dolcezza del contatto, mi ha dato una felicità inaspettata. Il ritorno da via della Conciliazione al centro è stato molto difficile per via dei sanpietrini sconnessi, delle buche, dei marciapiedi troppo alti e spesso senza scivolo o con scivolo non a norma. Ce l’abbiamo fatta, ma si è rivelato un percorso troppo faticoso ed a tratti pericoloso, specialmente per chi, come me, è disabile e vuole visitare Roma come un qualsiasi turista “sano”.
Purtroppo la mia esperienza negativa non finisce qui. La parte più umiliante è stata la serata al Teatro Sistina, che si raggiunge attraverso vie e marciapiedi dissestati.
Nel pomeriggio mio marito era andato per prenotare lo spettacolo e aveva informato del mio problema l’addetto alla biglietteria che aveva rilasciato i biglietti per la fila 5 posto 12 e 13, senza assolutamente fare presente che per raggiungere il posto occorreva scendere innumerevoli scalini senza alcuno scivolo.
Caro sindaco, Le lascio immaginare la difficoltà affrontata dal mio coraggioso e forzuto marito per raggiungere il posto. Durante l’intervallo mio marito è andato al botteghino per fare rilevare la scorrettezza dell’addetto ai biglietti. A questo punto i Vigili del Fuoco presenti si sono offerti di aiutarlo quando sarebbe finito lo spettacolo. Al momento della risalita, però, non c’è stato nessun aiuto: né dai Vigili del Fuoco e neanche dal personale del teatro. Erano spariti tutti.
Questa è una delle tante esperienze che sono costretta a subire da quando, per continuare a uscire di casa, ho bisogno di muovermi sulla carrozzina. Né io, né mio marito, né i miei figli ci siamo mai scoraggiati, ma vorremmo che la Capitale avesse più attenzione per i disabili.
La saluto e Le auguro buon lavoro,
Pinuccia Patrizia Purpura

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