10000 gelesi in strada per difendere il lavoro: in testa c’è il vescovo Gisana

 
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Gela. Sono almeno 4000. La maggioranza lavoratori, ma anche mogli, madri e figli e con in testa il vescovo della diocesi di Piazza Armerina, Rosario Gisana.

Alle 9,30 in punto è partito il corteo dei lavoratori del petrolchimico e dell’indotto dello stabilimento Eni, per protestare contro la paventata chiusura del sito. Le bandiere delle sigle nazionali sindacali sventolano alte. Ci sono anche rappresentanti della chiesa, delle categorie commerciali e della sezione marinai. In corteo anche sindaci e amministratori locali.

Il lungo serpentone è chiuso da un tir del settore agroalimentare. Il corteo si dirige a piazza Umberto, dove è atteso l’intervento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso. Lungo tutto il tracciato sono affissi manifesti con la scritta: “Il lavoro e’ l’unica forma di liberta’ dell’uomo”, o “il lavoro è dignità”. I negozi del centro sono tutti chiusi.

In piazza insieme a Maurizio Bernava e Susanna Camusso , ci sono i sindaci del comprensorio. Il sindaco di Gela, Fasulo, il vicesindaco di Caltanissetta, Castiglione, quello di Riesi, Sommatino, Niscemi. Arriva il messaggio dell’arcivescovo di Monreale alla manifestazione.”Sono vicino con la preghiera alle preoccupazioni dei lavoratori e delle loro famiglie per la paventata chiusura della raffineria dell ‘ Eni di Gela – afferma mons. Michele Pennisi – e auspico positiva soluzione grave problema” afferma Michele Pennisi arcivescovo di Monreale.

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