Area crisi, decreto dal ministro: Arcuri a Lorefice, “per Gela manca ancora soluzione”

 
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Arcuri ha risposto a Lorefice

Gela. L’area di crisi e l’accordo di programma non hanno mai prodotto gli effetti che tanti attendevano, dopo la fase di riconversione green della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Dovevano essere strumenti istituzionali della svolta, ma ad oggi non c’è nulla. Una consapevolezza che è anche dei massimi livelli di Invitalia, l’agenzia governativa incaricata di coordinare tutte le procedure per gli investimenti e i progetti, coperti dall’area di crisi. Dopo due anni, solo una proposta si avvia a diventare investimento concreto. “Nel caso di Gela – ha detto l’amministratore delegato di Invitalia Domenico Arcuri – per un contributo di responsabilità o forse per un disallineamento tra i contenuti del bando e la volontà di chi ha partecipato, la soluzione della crisi non è pervenuta”. L’ex commissario straordinario per l’emergenza Covid, ha parlato in audizione, davanti ai componenti della quinta e della quattordicesima commissione del Senato. L’ammissione sui risultati mai arrivati ha fatto seguito ad alcuni interrogativi che gli ha posto il senatore grillino Pietro Lorefice, che sta seguendo il caso dell’area di crisi, che però stenta a decollare, anzi è proprio rimasta ai blocchi di partenza. Arcuri è stato sentito, in audizione, sulla gestione del Piano nazionale di ripresa e resilienza. Lorefice ha espresso dubbi sul fatto che Invitalia, da sola, possa coordinare le azioni di un piano strategico come questo e ha riportato il caso delle aree di crisi, ad iniziare da quella di Gela. “Già con le aree di crisi – ha detto Lorefice – Invitalia ha dimostrato limiti nella gestione di alcune aree di crisi, come quella di Gela. Il bando risale al 2019 e in due anni non siamo riusciti ad impegnare 25 milioni di euro”. L’amministratore delegato non ha potuto fare altro che ammettere i limiti emersi nel caso di Gela, con risorse che fin dall’inizio sono state considerate esigue, rispetto agli enormi bisogni del territorio locale. Anche sui 25 milioni di euro, fino a qualche settimana fa, c’erano dubbi. Il capitolo al Ministero dello sviluppo economico doveva ancora essere rifinanziato e il cambio di guardia, con l’avvento del governo Draghi, non ha facilitato le cose. La firma del decreto da parte del nuovo ministro, il leghista Giancarlo Giorgetti, dovrebbe arrivare a breve.

“Il decreto è alla firma del ministro”, conferma Lorefice che continua ad avere un dialogo istituzionale con il viceministro Alessandra Todde, che già con il governo Conte si occupava del dossier delle aree di crisi. Sul nuovo bando per gli investimenti, invece, non sembrano esserci sviluppi, in attesa delle scelte del ministero e di Invitalia.

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