“Assunzioni effettuate in base a tessere sindacali”: Operai si rivolgono a giudici

 
0

Gela. Da oltre un anno non riescono più a rientrare tra gli impianti della fabbrica Eni dopo la messa in liquidazione della cooperativa Comeco. Per questa ragione, assistiti dal dottor Cristian Peritore, hanno scelto di rivolgersi ai giudici.

Una decina di ex operai della stessa società, infatti, contesta i criteri di scelta che hanno permesso alla gran parte dei loro colleghi di ritornare in servizio.
Si ritengono discriminati perché appartenenti ad una sigla sindacale diversa da quella di molti altri ex colleghi già assorbiti da aziende dell’indotto.
Stando al ricorso presentato, avrebbero avuto il diritto di rientrare negli organigrammi di Eurocoop e Cosmi sud, aziende che sono subentrare alla “defunta” Comeco: ma, in base alla ricostruzione effettuata dal loro legale, si sarebbe data precedenza esclusiva agli iscritti al sindacato dei metalmeccanici della Uilm, lasciando al palo i tesserati della Fiom.
Per questa ragione, davanti ai giudici Luca Solaini e Alessandro Laurino chiedono di riottenere il loro posto di lavoro. Attualmente, una ventina di operai ex Comeco sono rimasti fuori dalla fabbrica in attesa che qualcosa si possa sbloccare: gli altri settanta collegi, invece, sono riusciti a rientrare con le assunzioni effettuate, in prevalenza, proprio dai dirigenti di Eurocoop e Cosmi sud.
Entrambi i giudici hanno già incardinato i ricorsi depositati dal dottor Cristian Peritore e, nei prossimi mesi, verranno definiti.
Intanto, nel tentativo di dimostrare la presunta illegittimità sia del loro licenziamento, deciso dal commissario liquidatore della Comeco, che del mancato riassorbimento in altre aziende dell’indotto: il legale che li rappresenta ha chiesto di sentire i dirigenti di Eurocoop e Cosmi sud oltre allo stesso commissario Alessandro Sciortino.

LASCIA UN COMMENTO

Please enter your comment!
Please enter your name here