“Buco Nero” nella fabbrica Eni: Sette a giudizio per smaltimento irregolare

 
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Gela. E’ stata ribattezzata black hole, buco nero: si tratta della vasca A nella zona 2 della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore. Per il presunto smaltimento irregolare dei rifiuti speciali e pericolosi stoccati al suo interno si è aperto il processo a carico di responsabili e tecnici del gruppo multinazionale.

Davanti al giudice Domenico Stilo, si sono presentati i legali di Battista Grosso, Giuseppe Ricci, Rosario Orlando, Felicia Massetti, Savio Greganti, Carlo Torretta e Raffaele La Torre. Sono tutti accusati di aver preso parte, con ruoli differenti, alle operazioni che sarebbero dovute servire a smaltire i rifiuti speciali stoccati all’interno della vasca. I legali degli imputati, nel corso della prima udienza, hanno contestato la costituzione di parte civile non solo dell’ente comunale ma anche della provincia di Caltanissetta.
Eccezione che, però, è stata rigettata dal giudice Stilo: i rappresentanti degli enti locali, infatti, avrebbero comunque l’interesse ad agire in un giudizio relativo alla violazione di norme a tutela dell’ambiente e dell’ecosistema circostante. Oltre agli enti locali, rappresentati in aula dagli avvocati Stefania Valente e Michele Micalizzi, anche il ministero dell’ambiente ha scelto di costituirsi contro gli amministratori di raffineria e i tecnici incaricati delle operazioni di bonifica.
Tra le parti civili, c’è anche Vincenzo D’Agostino, per anni custode dell’area dove venne realizzata la vasca finita al centro delle indagini. “Per otto ore al giorno – ha detto in aula il suo legale – il mio cliente è stato esposto a qualsiasi genere di emissione”. Il giudice Stilo, rispondendo alle contestazioni degli avvocati difensori, non ha ammesso una relazione redatta da tecnici Ispra e si è riservato rispetto all’accoglimento di alcune foto scattate nella zona dallo stesso D’Agostino.
La pubblica accusa è rappresentata dal magistrato Lara Seccacini. Due operatori della capitaneria di porto, invece, sono stati ascoltati nel corso di un’altra udienza, scaturita da un procedimento quasi parallelo, legato appunto allo smaltimento di rifiuti speciali dalla vasca A della zona 2. Entrambi, davanti al pm Pamela Cellura, hanno confermato le presunte irregolarità.
I rifiuti pericolosi sarebbero addirittura arrivati nel sistema di trattamento acque. In questo caso, gli imputati sono Battista Grosso, Rosario Orlando e Biagio Genna.  

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