Crisi indotto, “diritti calpestati e l’accordo in prefettura?”: gli ex Tucam in sit-in

 
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Gela. Senza lavoro da maggio, nonostante un accordo concluso in prefettura ne prevedesse l’assorbimento negli organigrammi di Sicilsaldo e Ergo Meccanica.

Così, una ventina di operai ex Tucam ha, questa mattina, organizzato un sit in di protesta davanti i cancelli della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore.
“Nessuno ci tutela – spiegano – l’accordo in prefettura non ha avuto seguito. Noi siamo senza lavoro e, a dicembre, scadrà anche la disoccupazione”.
Solo una decina di loro colleghi ha accettato le proposte di Ergo Meccanica. Chi non l’ha fatto rivendica il rispetto dei diritti maturati dopo anni di lavoro.
“Perché – dicono polemici – dovremmo accettare soluzioni al ribasso? Dopo anni di lavoro, ci propongono solo contratti a tempo, di pochi mesi, e dopo? L’accordo in prefettura non stabiliva di rinunciare ai nostri sacrosanti diritti”.
La rabbia degli ex Tucam, che hanno ricevuto per alcune ore la solidarietà dai colleghi dell’indotto della fabbrica, si rivolge anche in direzione di diverse assunzioni effettuate per il tramite di agenzie di lavoro interinale.
“Adesso – concludono – in questo stabilimento entrano lavoratori che si accontentano di poco, scelti tramite agenzie interinali. E, noi? E’ un gioco al massacro. Chi fa i controlli?”. I lavoratori rimasti fuori dalla fabbrica non hanno comunque risparmiato critiche davanti ad una presunta incapacità dimostrata dai sindacati rispetto all’intera vertenza dell’indotto Eni.

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