Da due settimane in sciopero della fame, Missuto: “Chiesto incontro a prefetto, ancora furti”

 
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Missuto all'inizio della sua protesta

Gela. Da due settimane porta avanti un sit-in vero e proprio davanti palazzo di giustizia. Nel camper usato come unico supporto alla sua protesta, l’imprenditore Emilio Missuto, in sciopero della fame, attende che dalle istituzioni possano pervenire i primi segnali. Il suo gruppo imprenditoriale, fondato insieme ai familiari, negli anni ha subito colpi molto pesanti. Sono soprattutto le cause ancora in essere per pagamenti mai ricevuti ad aver incrinato l’andamento delle attività. In bilico, ci sono anche le disponibilità personali, proprie e degli stessi familiari. Ha chiesto un incontro al prefetto di Caltanissetta e la stessa richiesta l’ha inoltrata alla procura locale, in attesa di rivolgersi anche al presidente del tribunale, Roberto Riggio. La protesta è iniziata il 17 ottobre e Missuto non ha alcuna intenzione di cedere. Da quasi vent’anni attende un pronunciamento della giustizia, nei tribunali sardi. A causa delle controversie sarde, la flessione vera e propria ha avuto inizio per mancati pagamenti da un ente comunale dell’isola. Da allora, è stato un susseguirsi di vicissitudini che hanno trascinato via gran parte dello stabilimento produttivo che è stato realizzato in contrada Sabuci. In parte, è stato venduto all’asta, ad un prezzo per l’imprenditore assolutamente minimo rispetto al valore complessivo. Anche nella parte ancora in produzione non si fermano i segnali inquietanti. “Mentre sto protestando – dice – abbiamo accertato altri furti che danneggiano tutto ciò che stiamo facendo. E’ veramente preoccupante quello che sta accadendo”.

Da anni, Missuto e i familiari denunciano continui ammanchi e danni consistenti nello stabilimento, generati da raid vandalici diventati quasi un’abitudine. L’imprenditore cinquantenne, con la vicinanza dei familiari sempre presenti, va avanti nello sciopero della fame e nel sit-in, nella speranza di poter salvare le attività e i beni. E’ pronto a rivolgersi anche al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, come accadde anni fa, quando iniziò la sua lunga battaglia.

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