Da scippo ad omicidio, la “zia Sina” non ce l’ha fatta: la rabbia dei figli

 
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Gela. Una settimana di sofferenze, poi la morte. Teresa Pagano avrebbe compiuto domani 80 anni. Uno scippo il 3 dicembre scorso in via Giuffrida, a pochi metri da casa, l’ha rovinosamente fatta stramazzare al suolo, facendole battere il capo sull’asfalto. Ieri pomeriggio si è spenta in un lettino dell’ospedale Garibaldi di Catania.

L’assassino, non più scippato, le ha strappato la borsetta che conteneva solo medicine, non denaro. Le condizioni di Teresa Pagano erano apparse subito gravi. Trasportata d’urgenza al Vittorio Emanuele di Gela, venne trasferita all’ospedale catanese. Gli otto figli, sette femmine e un maschio, hanno lanciato un appello. “Chi ha visto qualcosa, anche in forma anonima denunci ai carabinieri. Non si può morire per uno scippo”. Appello sino adesso caduto nel vuoto. Ai carabinieri non è giunta alcuna segnalazione. I familiari hanno anche accusato il sindaco e la politica in genere per l’indifferenza mostrata sulla tragedia. “Non abbiamo visto nessuno sin qui. Noi ci auguriamo che quanto accaduto a nostra madre non si verifichi più, ma bisogna fare qualcosa per garantire maggiore sicurezza”.

  “Voglio esprimere lo sdegno di un’intera città e la più ferma condanna per quanto accaduto –ha detto il sindaco Angelo Fasulo – Non è accettabile che la nostra Gela sia teatro di simili episodi di violenza. Ancor meno può esserlo che una vita umana venga strappata in maniera così violenta ai suoi cari per l’arroganza e l’immoralità di individui vigliacchi che credono che la vita di una persona possa essere barattata per pochi euro”.

“L’intera  amministrazione si stringe attorno alla famiglia della signora Teresa, vittima di questo gesto vile di microcriminalità – ha concluso il sindaco Fasulo – voglio rivolgere ai congiunti  le mie più sentite condoglianze a nome anche di tutta l’amministrazione comunale, nella speranza che venga fatta luce su questa tragedia e che l’autore di questo atto criminale venga al più presto assicurato alla giustizia”.

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