Enimed…così non ci siamo: i sindacati all’Ars, “il piano non convince per nulla”

 
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Gela. “Il piano Enimed non garantisce occupazione”. Davanti ai componenti della commissione attività produttive dell’Ars, compreso il democratico Giuseppe Arancio, le rsu dell’azienda del gruppo Eni

e i rappresentati dei chimici di Cgil, Cisl, Uil e Ugl, hanno esposto tutte le loro preoccupazione. In sostanza, come già indicato nelle scorse settimane dopo la presentazione del piano da parte dei manager Enimed, non si riesce ad intravedere nessun vero rapporto tra gli investimenti previsti, soprattutto sul fronte delle estrazioni e delle esplorazioni in terra, e il numero di eventuali operatori da utilizzare.
Dubbi ribaditi non solo dalle rsu del gruppo ma anche dai segretari Gaetano Catania, Francesco Emiliani, Maurizio Castania e Andrea Alario. Il gruppo impegnato nel settore delle estrazioni e delle esplorazioni ha confermato di volersi concentrare, almeno per i prossimi anni, nelle ricerche in mare. L’oro blu, in questo caso, si chiama gas.
Stando ai numeri presentati, un investimento da circa 854 milioni di euro dovrebbe essere destinato alla costruzione di una nuova piattaforma da realizzare a circa venticinque chilometri dalla costa, nella zona di Falconara. La struttura è già stata ribattezzata Prezioso K. 254 milioni, invece, dovrebbero sostenere ulteriori attività d’esplorazione nel sottosuolo. 250 milioni, ancora, vengono previsti per finanziare il capitolo dell’operatività. 30, infine, serviranno alle bonifiche.

In base alle prime indiscrezioni, i manager Enimed intenderebbero assorbire circa trecento operatori provenienti direttamente dalla raffineria di contrada Piana del Signore. Dati che non sembrano trovare il gradimento delle rsu. Senza un vero yard industriale, ovvero un’infrastruttura di riferimento per il polo industriale e per gli eventuali prodotti delle estrazioni in mare, come assicurare il futuro di un sistema di questo tipo?
“Il piano industriale di Eni per il rilancio della raffineria – dice il deputato Giuseppe Arancio – desta molte perplessità. Chiederemo l’impegno del governo e di tutto il parlamento regionale affinché si valuti con la massima attenzione una situazione dalla quale dipendono centinaia di posti di lavoro, la garanzia di tutela ambientale di un intero territorio e una parte importante del destino industriale della Sicilia”.
E’ stato definito un documento di indirizzo al governo regionale che sarà presentato sotto forma di mozione e votato dall’intero parlamento, per chiedere di “adottare ogni opportuna iniziativa affinché Eni mantenga gli impegni assunti bilateralmente, garantendo i livelli occupazionali della Raffineria e del gruppo Enimed”.

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