Estumulazioni al monumentale, Centro “Zuppardo”: “Si cancella memoria è da denuncia”

 
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Gela. “Sono proprio da deferire all’autorità giudiziaria gli amministratori cittadini di Gela e i loro dirigenti per il reato di cancellazione della memoria storica, distruzione del museo della memoria nel Cimitero monumentale di Caposoprano. E tutto, per fare cassa e per rispondere alla loro incapacità di amministrare e di provvedere come Ente comunale alla costruzione di loculi nel nuovo cimitero di Farello”. Lo dicono in una nota Andrea Cassisi ed Emanuele Zuppardo, presidente e storico e segretario del Centro di Cultura e Spiritualità Cristiana “Salvatore Zuppardo”. “Da quanti anni non vengono costruiti nuovi loculi? – si chiedono. Si è andati avanti sequestrando quelli delle confraternite, loculi comprati da cittadini con tanti sacrifici per avere un posto quando muoiono e che invece vedono occupati ormai da anni per far fronte alle sepolture di ogni giorno”.
“La verità – scrive Cassisi – è che questi amministratori sono potenti con i deboli, con i cittadini inermi, e deboli con i potenti”. “Perché vengono sequestrate sempre le celle di povera gente e non i loculi di nomi altosonanti? – si chiede lo storico gelese Emanuele Zuppardo. Al Monumentale – continua – nella cripta degli Iacona, vicino all’Altare della Patria e accanto alla Confraternita Maria SS. D’Alemanna, ci sono oltre 150 loculi vuoti. Perché lì non s’interviene?”.
“Ora si pensa di mandare al ‘macero’ – prosegue Andrea Cassisi – le tombe di persone vissute nell’Ottocento, i morti del 1901 fino al 1930, che non hanno eredi che possono pagare l’affitto al Comune. Così saranno distrutte le tombe di uomini, donne, bambini vissuti nell’800 e nei primi anni del ‘900 che fanno parte della memoria storica della nostra città, di intellettuali come Mario Aldisio Sammito, storico, scrittore, poeta e politico morto nel 1903 che aveva intessuto rapporti epistolari con Garibaldi, Mazzini, Victor Hugo, Cairoli, Guerrazzi, Napoleone Colajanni e tanti intellettuali del suo tempo. Il cimitero monumentale è un museo a cielo aperto! Questo gli amministratori non lo vogliono capire o fingono di non capire, anche perché – ancora Cassisi e Zuppardo – loro non hanno loro in quelle sezioni dove anzi vogliono cacciarli via per fare soldi”. “Perché non vanno a visitare quei morti? Vadano a leggere gli epitaffi delle lapidi che vogliono sventare, quello del poeta Mario Rapisardi scritto per la tomba del patriota risorgimentale gelese Aldisio Sammito, ad esempio. Forse s’accorgerebbero che si tratta anche di tante donne morte a diciott’anni per parto, di garibaldini, ingegneri, anche non gelesi, che hanno lavorato nella nostra città (Ing. Remo Burocchi, alla sezione 2), operai, contadini, casalinghe e bambini. Perché non osservano le loro foto: sono fotografie d’altri tempi, dagherrotipi di donne vestite con ‘l’abito dell’ottavu iornu’, cioè del vestito che indossavano l’ottavo giorno dopo le nozze quando uscivano per la prima volta col marito e visitavano i parenti. E poi le foto di bambini coi vestitini e giocattoli dell’epoca, di anziani coi loro baffi e cravatte d’epoca. Tutto questo – tuonano – il Comune vuole cancellare, solamente per fare soldi e per rispondere alla sua incapacità di amministrare! Per loro il cimitero è solo un fatto economico, un luogo dove attingere denaro, per far soldi e non poco! Così si sono resi conto che nel Cimitero di Caposoprano “ci sono numerosi loculi comunali le cui concessioni risultano scadute e per le quali i discendenti non hanno provveduto al rinnovo”.

Ed è stata emessa una ordinanza dirigenziale, la numero 907 del 15 dicembre 2020, che “prevede che i familiari degli aventi diritto abbiano 30 giorni di tempo dal momento della pubblicazione della stessa per comunicare agli uffici cimiteriali la volontà di conservare i resti mortali del proprio congiunto. Senza la mancata manifestazione di questa volontà da parte dei discendenti, si procederà all’estumulazione dei resti del defunto ed alla collocazione degli stessi nelle fosse comuni, in modo che il loculo possa tornare nella disponibilità dell’amministrazione comunale”.
“Certamente – spiega la dirigente Grazia Cosentino – è complesso risalire alla discendenza del concessionario e di avvisare i parenti dei defunti fino al secondo grado per la relativa estumulazione”. E si ritengono nel diritto di procedere alla estumulazione delle salme tumulate nei loculi del cimitero di Caposoprano sezioni 1-2-3-4, proprio nelle zone più antiche. Bravi, sono proprio bravi e intelligenti questi dirigenti comunali e questi amministratori del bene pubblico! Coi morti che non hanno eredi la fanno da padroni e li devono, ancora una volta, eliminare!”. “Attiveremo – concludono Cassisi e Zuppardo – il mondo della cultura, chiederemo che anche il Ministero dei Beni Culturali dica la sua e invochiamo con forza che questa ordinanza venga ritirata. Nessuno può cancellare la storia. E lo faremo in nome dei morti il cui sonno non si disturba”.

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