Ex lido Eden abusivo? Scatta processo: Un rudere e poche prospettive

 
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Gela. L’area dell’ex lido Eden, circa quattromila metri quadrati sul lungomare Federico II di Svevia, sta diventando un vero e proprio rebus istituzionale. L’amministrazione comunale, pur non avendone competenza, vorrebbe intervenire per porre fine al degrado. Invece, tutto è fermo.

Adesso, i proprietari della struttura, la cui prima concessione demaniale risale addirittura al 1975, sono finiti sotto processo davanti al giudice Antonio Fiorenza. Sono accusati di non aver mai versato i necessari canoni concessori e, in sostanza, di aver edificato oltre i limiti fissati dalla disciplina in materia.
Enrico Vanasco, recentemente defunto, e la moglie Rosa Romano, entrambi difesi dall’avvocato Calogero Giardina, hanno continuato a vivere all’interno della struttura per diversi anni, anche dopo il totale fermo delle attività nella struttura ricettiva.
Nel corso dell’ultima udienza del processo a loro carico, due operatori della locale capitaneria di porto hanno confermato le irregolarità riscontrate rispetto alle autorizzazioni demaniali rilasciate agli imputati.
“Dai controlli effettuati – hanno confermato – è risultata l’irregolarità soprattutto della piscina e della zona degli spogliatoi. Inoltre, nessun canone concessorio sarebbe mai stato pagato”.
La zona si è trasformata in una discarica a cielo aperto e, durante l’estate, diversi venditori ambulanti l’hanno utilizzata per collocare tende e bivacchi di fortuna. I tecnici comunali sembrano avere le mani legate.
Quella dell’ex lido in decadenza è un’area demaniale di competenza della regione: quindi, nessun intervento può essere programmato. A decenni di distanza, inoltre, è emersa la presunta natura irregolare di una parte dell’edificazione.

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