Fratelli contro per il patrimonio di famiglia, dopo le accuse due assolti

 
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Gela.  L’indagine partì dopo le denunce presentate su una presunta appropriazione indebita di somme superiori ai 500.000 euro. La contesa scaturì tra fratelli per i soldi lasciati dai genitori, defunti. Due di loro sono finiti a processo, ma il giudice Martina Scuderoni ha disposto di chiudere il procedimento ancora prima dell’apertura dibattimentale, assolvendoli. Sono state accolte le eccezioni preliminari avanzate dal legale dei due fratelli finiti a processo, l’avvocato Giacomo Di Fede. Il legale ha spiegato che anzitutto non poteva essere accolta la richiesta di costituzione di parte civile avanzata da altri fratelli, rappresentati dall’avvocato Concetta Di Stefano, che si ritenevano danneggiati dalla presunta sottrazione delle somme. La difesa degli imputati ha fatto notare che non c’erano gli estremi per la costituzione, dato che gli stessi fratelli avevano già avviato un’azione civilistica. Così, la costituzione di parte civile non è stata accolta. Inoltre dai banchi della difesa è stata sollevata la questione legata alla non punibilità, sul fronte penale, di possibili situazioni comunque legate alla gestione di un patrimonio familiare. Secondo la versione della difesa, si sarebbe trattato soltanto di una vicenda di competenza dei giudici civili.

Tutti aspetti che hanno trovato riscontro con la pronuncia del giudice che ha disposto l’assoluzione dei due fratelli, senza neanche avviare il giudizio. Le denunce partirono proprio a seguito di contrasti per la gestione del patrimonio lasciato dagli anziani genitori, che in totale ammonterebbe a circa due milioni di euro. Già in fase di indagine la difesa aveva presentato anche delle deleghe che pare giustificassero le operazioni effettuate sui conti.

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