“Gela merita stesse attenzioni Taranto”, Eni-Legambiente: “Azienda è conscia del passato”

 
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Greco ha convocato per martedì prossimo un incontro in Comune

Gela. “Questa città è stata mediaticamente meno fortunata di Tarano ma merita le stesse attenzioni”. Il presidente nazionale di Legambiente Stefano Ciafani non si è nascosto durante il dibattito, organizzato in concomitanza del passaggio di Goletta Verde dalle coste locali. E’ stato un confronto, decisamente con pochi precedenti. Allo stesso tavolo, Legambiente e i vertici locali di Raffineria di Gela e Syndial. “I dati su Gela sono impressionanti – ha spiegato ancora Ciafani – si vivono le stesse contraddizioni riscontrate in tutte quelle aree dove sono stati realizzati siti industriali, tra anni ’50 e ’60. I disastri combinati sul territorio e le malformazioni sono prove evidenti. Legambiente non è mai stata contro l’industria, ma abbiamo sempre chiesto invece di bloccare le fonti di inquinamento. Questa è una prima linea”. Quelli di Legambiente dicono sì alla green refinery, ma non alimentata ad olio di palma. “Avremmo preferito che 1,2 miliardi venissero investiti sul lato green e non su quello della ricerca di idrocarburi, che è invece il passato”, ha proseguito. Non sono mancati gli scambi di battute, anche piuttosto accesi, con il presidente di Raffineria di Gela Francesco Franchi. “Mi sento imputato di tutti i mali – ha spiegato il manager del cane a sei zampe – quando iniziammo l’attività, era il periodo del boom economico e non c’erano le stesse conoscenze in tema di tutela ambientale. Noi ci siamo e ci mettiamo la faccia. La petrolchimica l’abbiamo trasformata in industria compatibile. Altri 330 milioni di euro sono destinati al bio refining e 25-30 milioni alle biomasse per sostituire l’olio di palma. Ci mettiamo la nostra cultura. Quelli realizzati nel sito locale sono tutti brevetti di Eni. Gela avrà una lavorazione doppia rispetto a Venezia. Eni è conscia di quanto accaduto in passato e siamo attenti all’economia circolare, ma non siamo un ente di beneficienza”.

Due facce di una medaglia che si chiama Gela e che oggi soffre le conseguenze dell’industrializzazione, alla ricerca di un equilibrio tra lavoro e salute ancora lontano da raggiungere. “Non credo che l’ammontare degli investimenti effettuati da Eni possa riparare le conseguenze prodotte sul territorio – ha detto il sindaco Lucio Greco – i buoni propositi si trasformino in fatti concreti. Ho già chiesto ad Eni interventi a sostegno dei malati. Serve una forte azione etica e morale dell’industria a partecipazione statale. Sulla riconversione, sono sempre stato convinto della necessità di una fase transitoria, che invece non c’è stata. Chi al momento della firma del protocollo d’intesa rappresentava il Comune e la Regione non ha saputo difendere gli interessi del territorio”. Le contraddizioni, come al solito, non mancano. Questa volta, l’ha spiegato Franchi. “Abbiamo messo a disposizione di chi volesse investire diverse aree dismesse e completamente bonificate, con tutte le utilities – ha detto – ad oggi, sono arrivate solo tre manifestazioni di interesse certificate. Non possiamo fare tutto da soli, serve anche la collaborazione”.

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