“Giochi di potere politici ostacolano Unione”, Di Stefano: “Inaccettabile, statuto non applicato”

 
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Il sindaco Greco (al centro) insieme al segretario Ferro e al primo cittadino buterese Zuccalà

Gela. La falsa partenza dell’Unione dei Comuni, con il consiglio privo del numero legale a conclusione della seduta di esordio, certamente già qualche retropensiero lo genera. In aula, i nove consiglieri in rappresentanza delle assisi civiche di Gela, Niscemi e Butera, ritorneranno domani pomeriggio. “Si sono viste e sentite cose inaccettabili – dice l’ex vicesindaco Terenziano Di Stefano che sull’Unione dei Comuni per la nuova programmazione dei finanziamenti scommise parecchio a livello amministrativo – non capisco le scelte del segretario generale. Quali norme ha applicato? Lo statuto dell’Unione è chiaro, così come indica l’articolo 40. In assenza di regolamento, che va ancora definito, si applica la disciplina dettata dal regolamento del Comune che ospita l’Unione, in questo caso il nostro. Quindi, non è pensabile che il sindaco Greco, come presidente dell’Unione, faccia le veci del presidente del consiglio. Non si è mai visto”. L’esponente civico precisa ulteriori aspetti e non tralascia le “risultanze” politiche. “Abbiamo fatto tanto per arrivare fino a questo punto – aggiunge – è stato più volte chiesto di accelerare per andare avanti nel percorso dei finanziamenti, fondamentali per questo territorio. Oggi invece tutto è stato messo in discussione. Addirittura, è stato sostenuto che l’assenza di un unico consigliere possa bloccare la seduta. Il consigliere di Niscemi Cirrone Cipolla, che probabilmente ha ambizioni differenti dall’Unione dei Comuni, giurerà quando sarà presente. Inoltre, sulla base del regolamento del nostro Comune la presidenza del consiglio, in attesa dell’elezione del titolare e del vice, spetta al consigliere più suffragato o al più anziano. Temo siano in atto giochi di potere politico che possono rallentare l’azione dell’Unione”. Di Stefano, tra i fondatori di “Una Buona Idea” (nel consiglio dell’Unione rappresentata da Rosario Faraci) lancia un avviso alla governance e alla politica.

“Non capisco come mai il segretario o il dirigente, che conosce molto bene lo statuto dell’Unione per aver partecipato alla redazione, non abbiano inteso applicarlo – conclude – se dovessero emergere altre anomalie procedurali, come movimento siamo già pronti a presentare una segnalazione agli enti locali. Non permetteremo che si calpesti una città e un intero territorio. Non do colpe al sindaco, evidentemente sarà stato consigliato male. Però, nel corso della seduta ci sono state forzature evidenti della disciplina. Spero che già da domani, magari facendo più attenzione, si ritorni alla normalità, applicando il nostro regolamento”. L’Unione dei Comuni è stata strutturata per gestire e coordinare una mole di progetti e finanziamenti, potenzialmente collocabile fino alla soglia totale di settanta milioni di euro. L’incidenza della politica sembra comunque già assai tangibile.

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