Gli espropri per il tribunale, il Comune nomina ancora un avvocato e i proprietari aspettano i pagamenti

 
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Gela. Per i giudici del Cga regionale l’area di 20 mila metri quadrati, in contrada Giardinelli, che ospita il Palazzo di città è degli eredi Calafiore.

Imposto il pagamento dell’Ici. Dal 2009 il Comune deve ai proprietari circa 6 milioni di euro, per non pagare preferisce sostenere le spese di incarico ad un legale che dovrebbe dirimere la vicenda. Intanto, il Comune ignora anche il verdetto della sentenza del Cga e chiede 120 mila euro ai proprietari che scoprono di essere titolari anche di un bar e di un’agenzia postale. Un arcano motivato però da Simonetta Guzzardi, responsabile dell’ufficio Tributi, che intima ai sei eredi Calafiore il pagamento dell’Ici di quegli immobili. Era stato il Comune ad autorizzare il bar e l’agenzia postale privata ad esercitare, e contratti di affitto regolarmente registrati all’agenzia dell’entrate. Provvedimento firmato dall’allora direttore generale Nunzio Renato Mauro. I titolari legittimi dell’area espropriata nel 2003, senza mai ricevere nessun compenso economico, si chiedono “come fa il Comune ad affittare questi locali, percepire i relativi canoni e notificarci il pagamento di Ici e Tarsu ammettendo di non essere proprietari. In sostanza ci vogliono lasciare tutte le incombenze garantendosi i proventi della proprietà ereditata da nostro nonno – aggiungono i Calafiore –. E’ da codice penale. Loro riscuotono i canoni e noi siamo chiamati a regolarizzare le imposte Ici e Imu. Per fortuna non ci hanno ancora addebitato i costi dei rifiuti e quant’altro riferito al tribunale. Quel bel palazzo di giustizia è stato eretto facendo ricorso all’ingiustizia più assoluta”.

Sono trascorsi nove anni. Dal primo esproprio all’ultima sentenza del Cga sono trascorsi 9 anni, passando per lo sgombero coatto da un magazzino demolito e occupato del gestore di un ingrosso di frutta e verdura, avvenuto nel 2009. “In procura giacciono tutti i documenti che evidenziano l’illegittimità degli atti, con nomi e cognomi degli eventuali responsabili. Avevamo indicato l’allora vice sindaco, Elisa Nuara, il rup Nanni Costa, il direttore dei lavori e progettista Manlio Averna”.

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