Gli imprenditori “manifestano” all’Eni: basta con i blocchi, dobbiamo lavorare

 
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Gela. Momenti di tensione stamani al petrolchimico. Gli imprenditori hanno “invitato” i loro dipendenti ad entrare in fabbrica anziché solidarizzare con i 26 lavoratori dell’indotto. Alla fine tutto è filato liscio, senza ripercussioni.

I 26 operai rivendicano l’assorbimento in altre aziende, nel rispetto dell’accordo sottoscritto in prefettura. In questi giorni hanno sempre parlato loro, spiegando le ragioni della protesta. Ieri hanno deciso di rompere il muro del silenzio anche i vertici della Raffineria Gela ma anche le imprese dell’indotto. “Siamo stanchi di dovere essere noi a pagare il conto – hanno detto all’unisono – non possiamo accettare scontri muscolari”. Oggi hanno manifestato insieme ai dipendenti davanti i cancelli della Raffineria. L’obiettivo è  riportare tutto alla normalità delle relazioni industriali.

Sono gli imprenditori a prendere parola, difendendo i propri lavoratori e solidarizzando con chi protesta fuori. Non accettano però speculazioni. “Non ce la facciamo più – dice Angelo Tuccio, presidente dell’Eurotec, che conta 105 dipendenti – noi siamo aperti sul mercato. Qui si dimentica che le imprese hanno rinunciato al decreto Morese. Non vogliamo sovvenzioni statali, aiuti, assistenzialismi vari ma vorremmo essere messi nelle condizioni di poter camminare con le nostre forze. Abbiamo bisogno di assicurare ai nostri dipendenti il salario ed una minoranza non può bloccare un intero stabilimento”.

Nella grande sala riunioni del palazzo di vetro della Raffineria ci sono i rappresentanti di una quindicina di aziende. Edili, metalmeccanici, coibentatori. Complessivamente sono 1996 le unità dell’indotto.

Rosario Amarù, presidente provinciale di Confindustria, che invece, traccia il bilancio sul protocollo che prevede la lista di disponibilità. “Abbiamo lavorato con intensità su questo protocollo – spiega – ed abbiamo definito intanto la prima fase, cioè il criterio di ingresso nella lista di disponibilità. Intanto abbiamo individuato tutte le aziende storiche dell’indotto. La seconda fase, che stiamo attuando, prevede la definizione dei criteri di uscita dalle liste di disponibilità. Conterà il curriculum del dipendente, non il carico familiare. Qualsiasi impresa che vincerà una gara d’appalto all’interno della Raffineria dovrà attingere da questa lista”.

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