Greco: “Con il nuovo piano sanitario provinciale a Gela sarà più facile morire che curarsi”

 
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Gela. In attesa del vertice decisivo con il governatore Crocetta il piano di riorganizzazione ospedaliera continua a fare discutere. Sul tema interviene anche l’avvocato Lucio Greco, leader di Un’altra Gela. “A Gela diventa sempre più facile morire e l’assistenza sanitaria degna di questo nome diventa sempre più un miraggio.  Ancora una volta i tagli del Governo regionale si riflettono quasi esclusivamente  su Gela, mentre i nostri rappresentanti politici all’Ars stanno a guardare con atteggiamento passivo. La notizia sui provvedimenti di restrizione varati dal Ministero della Salute ed il taglio di circa 50 milioni di euro sui finanziamenti per il settore sanità sembrano pesare solo su Gela. La Farmacia dell’ospedale ‘Vittorio Emanuele’ ed il Centro trasfusionale,  da Unità Operative complesse subiranno il declassamento ad Unità Semplici con la conseguenza nefasta che a pagarne le spese sarà il servizio di Thalassemia inserito all’interno del Centro trasfusionale”.

“E pensare che la maggiore incidenza della patologia di anemia mediterranea colpisce il territorio di Gela e Butera! Si assiste, di contro, alla promozione inaspettata dello stesso servizio presso l’azienda ospedaliera Sant’Elia di Caltanissetta,  il cui servizio di Thalassemia, invece,  diventerà unità dipartimentale . Ma c’è di più! Il reparto di Medicina dell’ospedale di Gela non sarà potenziato come ci si aspettava, mentre gli stessi reparti presso i presidi ospedalieri di Niscemi e Mazzarino, per i quali si parlava perfino di chiusura, otterranno l’ Unità dipartimentale”.

“Siamo contenti che la battaglia dei cittadini di Niscemi e Mazzarino ha prodotto i frutti sperati, ma le battaglie dei nostri comitati che frutti portano? Penso all’Unità di terapia intensiva neonatale, per la quale le associazioni locali combattono da anni, penso al servizio di senologia che accoglie migliaia di donne  affette da neoplasia servendo  un bacino di utenza di almeno 200.000 persone se si considera il comprensorio. E i nostri pazienti talassemici che possono aspettarsi in questo clima che sembra riservato particolarmente alla città di Gela?”.

“Tutto questo all’indomani dell’adesione al Libero consorzio dell’area metropolitana che potrebbe subire un ulteriore stop dal Governo Renzi. E ancora si mettono in forse preziose unità lavorative, si parla di 34 medici  e 91 infermieri. Ma che fanno i rappresentanti politici di Gela all’Assemblea regionale, oltreché sostenere un governo regionale che non ha portato nulla di buono per il nostro territorio.  A che serve avere un Presidente della Regione di Gela, quando l’unica città dell’ambito nisseno che sta pagando le spese per i tagli sarebbe proprio Gela. Auspico che entro martedì, giorno in cui la nuova pianta organica sarà deliberata ufficialmente possa essere modificato l’impianto sanitario che da dieci anni ad oggi ha subito pericolosamente la politica del gambero e da azienda ospedaliera autonoma sta diventando ospedale di trincea”.

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