Hanno ucciso la democrazia, cancellato il sogno del Libero Consorzio

 
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Gela. Adesso la beffa è ufficiale. Gela, Niscemi, Licodia Eubea e Piazza Armerina hanno scherzato, bruciato migliaia di euro e lavorato per anni per un libero consorzio che non esiste.

Con un bel colpo di spugna la Prima Commissione dell’Ars ha gettato a mare la volontà di 32mila cittadini che volevano autonomia ù. “In sostanza – spiega Filippo Franzone del Csag – non solo sono stati cancellati con un colpo di spugna i Liberi Consorzi di Catania, Palermo e Messina, ma, il nuovo articolo 51 continua a mantenere Gela, Niscemi e Piazza Armerina nelle rispettive province di provenienza, e se vogliono aderire alla Città Metropolitana di Catania, debbono rideliberare a maggioranza.

I Liberi Consorzi  in realtà sono “Consorzi Obbligatori” denominati  “Liberi Consorzi”. Nessuna libertà di scelta per nessuno, solo una ferrea blindatura dei privilegi territoriali creati dai Borbone e parzialmente modificati da Mussolini, mentre la Democrazia in Sicilia, riesce a cambiare tutto per non cambiare niente. Siamo ormai alla follia, allo spregio delle più elementari regole del buonsenso, dello Statuto Siciliano, della Costituzione Italiana”.

In pratica Gela, Niscemi e Piazza Armerina, se vogliono aderire alla Città Metropolitana di Catania, debbono produrre una delibera consiliare di adesione, quindi la scelta torna in mano alla politica. Non è difficile immaginare, che gli stessi parlamentari che non vogliono assolutamente modificare i collegi elettorali, svolgeranno un grande lavoro per cercare di convincere i consiglieri di questi comuni, a non deliberare. E già ci aspettiamo l’iniziativa di quei politici, anche locali, che a furor di popolo hanno dovuto ingoiare il rospo, dovendo accettare l’uscita dalle province di appartenenza, torneranno alla carica, con mille scuse, per caldeggiare il mantenimento nelle province di origine e la lenta agonia all’interno di esse, in nome di una poltrona da conservare.

Pd sotto accusa. “Ovviamente questo territorio ha dei ringraziamenti da fare – prosegue Franzone –  in primis al buon Cracolici (Partito Democratico), Presidente della I Commissione ARS, che con coraggio e determinazione riesce sempre a far prevalere le sue posizioni, peccato che puntualmente non coincidano con le scelte democraticamente effettuate dai territori.

Non possiamo non citare Giuseppe Arancio (Partito Democratico), promotore di incontri senza efficacia e senza vera convinzione a raggiungere un obiettivo utile, eppure il capogruppo ARS del Partito Democratico Baldassare Gucciardi, in una audizione di appena due settimane fa, con i comitati di Gela, Piazza Armerina, Niscemi, con la presenza di Arancio, disse che il Partito Democratico è “dalla parte dei cittadini e delle libere scelte da essi effettuate”. Semplici Bugie? Se così sarebbe davvero imbarazzante, che il più importante partito siciliano ignori le sane regole della Democrazia.

Per ultimo, il Presidente della Regione Siciliana Rosario Crocetta. Se il Presidente della Repubblica Italiana è il garante della Costituzione, ci si aspetta che in Sicilia, il garante dello Statuto, voluto fortemente dal gelese Salvatore Aldisio, fosse il Presidente della Regione. Ed invece, unitamente ad altri 89, lo ignora.

Il Presidente della Regione è gelese, e da questo territorio, nonostante ciò, non abbiamo chiesto mai favoritismi.

Martedì la I Commissione ARS voterà l’insieme degli articoli, una semplice formalità, poi il testo approderà in aula, dove i 90, dopo 36 mesi di gestazione, avranno portato a termine la grande riforma delle province siciliane, 36 mesi di stipendi parlamentari, per avere il grande merito storico di essere riusciti a cambiare il nome alle province.

I comitati di Gela, Piazza Armerina, Niscemi e Acireale sono pronti a rivolgersi alla Corte Costituzionale.

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