I lavoratori Eni pronti allo sciopero, Messinese e Siciliano contro Renzi: “Il caso Gela non è risolto!”

 
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Gela. Tutti a Roma per discutere delle strategie di Eni e della necessità di opporsi ad ogni tentativo di disimpegno in alcune aree, compresa quella di Gela.

Messinese e Siciliano contro Renzi. All’assemblea nazionale dei quadri e dei delegati sindacali della multinazionale e di Saipem hanno preso parte il sindaco Domenico Messinese e il suo vice Simone Siciliano. Erano gli unici rappresentanti di enti locali dell’isola presenti all’incontro. “Il nuovo piano industriale pone dubbi anche sulla bio reindustrializzazione della nostra città – ha detto Messinese durante il suo intervento – per questo bisogna vigilare senza sosta a tutela dei lavoratori e del territorio. E’ una priorità irrinunciabile”. All’assemblea c’erano i segretari nazionali Susanna Camusso per la Cgil e Carmelo Barbagallo per la Uil.

I lavoratori Eni pronti alla mobilitazione. Intanto, una mobilitazione di tutti i lavoratori del gruppo Eni è stata proclamata per il 17 dicembre, in concomitanza con la riunione del consiglio d’amministrazione dell’azienda. Per il 20 gennaio, invece, sono state indette otto ore di sciopero a livello nazionale. Per Messinese e Siciliano il caso Gela è tutt’altro che risolto, a differenza di quanto dichiarato dal premier Matteo Renzi. “Non è questa l’industria a cui pensava Enrico Mattei – hanno ribadito – dall’umanesimo del lavoro stiamo passando alla centralità del business. Continuiamo a lavorare facendo sentire la nostra presenza in tutti i tavoli di confronto con Eni, con i sindacati, con la Regione e con il governo”.

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