I serbatoi Eni al centro di un’inchiesta, ritardi per i doppi fondi: davanti al gip sentiti quattro periti

 
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Gela. Una lunga audizione davanti al giudice delle indagini preliminari Veronica Vaccaro. I doppi fondi dei serbatoi. A deporre, sono stati i quattro periti nominati per valutare lo stato di quattordici serbatoi della fabbrica Eni di contrada Piana del Signore e l’effettiva tenuta della barriera idraulica che avrebbe dovuto evitare possibili contaminazioni del sottosuolo. I magistrati della procura, infatti, hanno avviato una vasta indagine partita dai presunti ritardi nella realizzazione dei doppi fondi dei serbatoi utilizzati per lo stoccaggio d’idrocarburi. Stando alle accuse mosse a diversi dirigenti Eni, attualmente sott’indagine, l’assenza dei doppi fondi avrebbe favorito ingenti perdite dai serbatoi, consentendo a sostanze pericolose d’infiltrarsi nel sottosuolo. Così, i periti Benedetto De Vivo, Francesco Patania, Carmelo Clienti e Luca Salvo hanno illustrato l’esito del loro lavoro d’analisi e verifica dei dati, successivo ai sopralluoghi condotti all’interno dello stabilimento della multinazionale. Hanno risposto alle domande formulate dai legali di difesa degli indagati, tutti dirigenti del gruppo Eni, e dai magistrati della procura. Lo hanno fatto nel corso dell’incidente probatorio avviato proprio per acquisire dati tecnici che potrebbero essere utilizzati nell’eventuale proseguo del procedimento. Con la loro audizione si dovrebbe concludere la fase dell’incidente probatorio e spetterà ai magistrati della procura valutare le eventuali richieste di giudizio. 

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