Il blitz “Druso”, le estorsioni dei Rinzivillo a Roma: in aula una perizia sulle intercettazioni

 
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Roma. Le titolari di un’azienda d’ortofrutta all’ingrosso e quello di un noto locale del centro di Roma. Sarebbero stati vittime delle richieste estorsive fatte recapitare dai presunti esattori del gruppo Rinzivillo, nuovamente attivo nella zona della capitale. Vicende finite nella maxi inchiesta “Druso-Extra Fines” che ha portato in carcere anche il presunto capo Salvatore Rinzivillo. Nel dibattimento aperto davanti ai giudici del tribunale di Roma, è stato conferito il mandato ad un perito che dovrà trascrivere le intercettazioni che incastrerebbero gli imputati, compreso il gelese Santo Valenti (difeso dagli avvocati Flavio Sinatra e Luigi Cinquerrui). In questo troncone, a processo ci sono anche Salvatore Iacona, Marco Mondini, Ettore Spampinato, Biagio Ehrler e Arianna Ursini. Lo scorso marzo, il gup ha emesso condanne nei confronti di altri imputati. Quindici anni e dieci mesi a Salvatore Rinzivillo, sette anni e sei mesi a Paolo Rosa, tre anni e otto mesi per Giovanni Ventura, sei anni e otto mesi ad Angelo Golino, quattro anni e due mesi a Rosario Cattuto, quattro anni e sei mesi a Cristiano Petrone, uno dei carabinieri che si sarebbe messo a servizio di Rinzivillo, garantendogli l’accesso ad informazioni riservate. L’unica assoluzione il gup capitolino l’ha disposta nei confronti di Francesco Maiorano.

Minacce e danneggiamenti sarebbero da legare, stando agli investigatori, anche all’intenzione di imporre proprie aziende di fiducia anche nel settore dell’ingrosso d’ortofrutta. Già in fase di udienza preliminare, parti civili sono state la Fai e l’associazione antiracket “Gaetano Giordano”, rappresentate dall’avvocato Giuseppe Panebianco e ammesse dai giudici romani. I testimoni inizieranno ad essere sentiti il mese prossimo.

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