Il governo Musumeci cancella la volontà popolare, il 30 giugno torneranno le ex province

 
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Gela. Il 14 settembre del 2015 il Consiglio Comunale, sulla spinta dei comitati civici, aveva detto di sì con 25 voti favorevoli e 4 contrari all’adesione alla Città Metropolitana di Catania. Un risultato che era arrivato anche dopo un referendum che nel luglio dello stesso anno spinse il 97% dei votanti a dire SI in favore dell’uscita dalla provincia regionale di Caltanissetta e della conseguente adesione alla città metropolitana catanese. A distanza di tre anni e mezzo la giunta regionale cancella il lavoro di anni e la volontà popolare, con la riesumazione delle ex province. Il 30 giugno cesserà la gestione commissariale. Dopo circa cinque anni, tra qualche mese gli Enti intermedi non saranno più guidati da commissari nominati dalla Regione ma da presidenti scelti dal singolo territorio.

Il presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci ammette che si tratta di una sconfitta. “Ci dispiace solo – sottolinea il governatore – che non saranno gli elettori a scegliere il 30 giugno chi dovrà guidare la propria Provincia (che ora si chiama desolatamente “Libero consorzio dei Comuni”) ma i rappresentanti eletti nei vari Comuni di appartenenza: insomma, una elezione di secondo grado, un accordo tra partiti. Così ha voluto il governo Crocetta, in linea con il governo Renzi. Nel frattempo, dal 2013 il governo di Roma toglie alle Province dell’Isola oltre 200 milioni di euro l’anno (si chiama prelievo forzoso), costringendole di fatto alla paralisi se non al fallimento”.

Questo significa che sarà il nuovo Consiglio comunale, tra i primi atti da deliberare, a nominare quei consiglieri che dovranno sedersi anche nelle rinate Province, compreso i presidenti.

6 Commenti

  1. Crocetta è stato distruttivo in tutto, ma Musumeci ,è Gattopardiano lasciamo tutto cosi’ per no cambiare nulla ai politici non con viene cambiare collegi elettorali perché Gela è strategica l come bacino elettorale
    e i nisseni e Palermo giocano un ruolo fondamentale in questo non cambiamento ,
    ah , dimenticavo … ci sono i nostri peudopolitici venduti

  2. …se fossero liberi consorzi dei conuni, come vengono ridefiniti, si permetterebbe a ciascun comune di scegliere con chi vuole consorziarsi. Invece mutatis mutanti, restano obbligatoriamente le provincie vecchie da un secolo. Ed ancora ci definiamo un paese democratico. Ed ancora siamo tutti presi dalla frenesia di andare a votare quando invece occorrerebbe fare tutti un falò delle cartelle elettorali per protestare contro questa violenza che viene perpetrata ai ” liberi consorzi”.

  3. Signore e Signori la soluzione a tanta arroganza e malevolenza nei riguardi dei Cittadini che producono ricchezza reale col sudore della loro fronte e col sangue che sempre più spesso versano sui malsicuri posti di RIDUZIONE in SCHIAVITU’ ( per mantenere all’ozio e nel lusso i PARASSITI che ammorbano il pianeta ) che TUTTI gli odierni sindacalisti da lustri avallano, ha una e una sola soluzione: ognuno voti se stesso e non legittimi questa canea di spergiuri, incapaci e viziosi. Cagliari, mio amato Popolo, insegna: elettorato recatosi al voto 15,5%. Elettori 251.649; votanti 39.101; voti validi 38.510 ciò vvvvvòòò ddddìì che al voto sono andati i famigli, giornalisti che campano a sbafo ricevendo un bel piatto di lenticchie di marxiana memoria e che in cambio pubblicano solo quello che “scoppola” (= portare acqua ) a questo o quel PARASSITA di turno, tagliando commenti critici e/o non in sintonia agli scopi di questa putrescente malapolitica tutta genuflessa agli interessi di quell’uno x cento che continua ad erodere il felice vivere sociale che i nostri padri ci hanno tramandato. ” Se votare facesse qualche differenza non ce lo farebbero fare. -Mark Twain-“. E poi, scusate….i GILE’ GIALLI stanno forse perdendo il loro tempo?. E gli ingenui e raggirati “Forconi” non hanno insegnato nulla?. I nostri nemici non sono quanti hanno fame ma quanti ci affamano. Col sangue agli occhi e col cuore pieno di amore per tutte le donne e gli uomini di buona volontà. Giovanni Bovio.

  4. Personalmente il popolo di Gela dovrebbe pronunciarsi con un referendum a tutta la provincia e far si che si possa veramente scegliere se l’avalo di avere una nuova provincia sia qualcosa di vivibile e senza mezzi termini o dei rilanci di paure come ad esempio “se si cambia sara peggio” il fatto del consorzio si capisce che non ha nessuna vita o almeno lunga vita , Gela come citta che si affaccia sul mare mediterraneo , gela come citta dove il lavoro manca da sempre , e gela come citta che non produce, e si vuole tenerla attaccata a una provincia che ne trarrebbe beneficio ? e di cosa??Un lettura completa del Signor Giovanni Bovio da una certa visione su quello che siamo e saremo in futuro.
    Un po di coraggio e speriamo che un giorno Gela fara come provincia Catania, e allora si potra chiamare DEMOCRAZIA….Enzo Scerra

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