Il maxi sequestro a Marchese, “niente case e auto di lusso…mafia? Mai condannato”

 
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Marchese aveva spostato le sua attività nel nord Italia

Gela. “Non sono stato mai colpito da alcuna sentenza di condanna definitiva, né benché mai per associazione mafiosa o per concorso in associazione mafiosa”. Il trentenne Rosario Marchese, nelle scorse ore raggiunto da un provvedimento di sequestro per un totale di circa quindici milioni di euro, esclude rapporti con la criminalità organizzata. Gli investigatori ritengono però che possa essere il tramite del gruppo Rinzivillo. “Nella mia vita personale e professionale ho sempre voluto mantenere la mia persona e le mie società – continua – lontane da discutibili contaminazioni”. In una nota ufficiale, spiega che “durante le operazioni di sopralluogo, ho coadiuvato gli organi della Dia, fornendo ogni informazione tecnica e supporto vario, consegnando spontaneamente tutta la documentazione contabile ed ogni cosa utile a chiarire la mia posizione”. Rispetto a quanto sequestratogli, inoltre, il trentenne annovera una serie di precisazioni. “Vorrei che fosse chiarito che nè i vertici dell’Aeroporto Catullo di Verona né l’aeroporto stesso c’entrano con gli interessi economici delle mie società, poiché non posseggo, né direttamente né per tramite delle società, quote o interessi sull’aeroporto stesso – continua – tantomeno ho la gestione della Vip Louge, avendo solo acquistato con una delle mie società gli spazi pubblicitari beneficiando di una dilazione nei pagamenti. Gli unici rapporti che sono intercorsi tra le mie società e l’aeroporto riguardano solo l’affitto di un ufficio e degli stalli auto per la società di autonoleggio e l’affitto degli spazi pubblicitari all’interno dell’area partenze, un rapporto contrattuale con la società di pubblicità. La società di autonoleggio non è proprietaria né degli spazi, che come detto sono condotti in locazione, né delle autovetture da noleggiare poiché prese in leasing. E’ solo proprietaria di una utilitaria del valore di 1.200,00 euro”.

Non avrebbe avuto a disposizione auto di lusso, appartamenti e opere d’arte. “L’unico bene immobile che possedevo e sul quale grava il provvedimento è l’appartamento di 90 metri quadrati, dove vivo con la mia famiglia, ed il box auto di 15 metri quadrati circa. Per chiarezza il provvedimento di sequestro considera beni immobili anche le pertinenze. Delle undici società che mi sono state sequestrate, una era già posta sotto sequestro, mentre altre cinque sono inattive poiché mai rese operative, mentre due hanno sede legale presso i virtual office, uffici concessi in locazione ad ore che offrono il servizio di domiciliazione legale e postale di Milano, di Roma e di Brescia. Le autovetture di lusso personali poste sotto sequestro sono due utilitarie, una Fiat 500 X e una Smart. Tre vetture dal valore di 3.500,00 euro sono state sequestrate ad una società oltre a quella sopra menzionata dal valore di 1.200,00 euro. Il sequestro riguarda anche un’opera d’arte di immenso valore, un dipinto che però non è né di mia proprietà né delle mie società, ma appartiene a un soggetto estraneo”. Marchese, più volte coinvolto in operazioni giudiziarie, fa anche riferimento alle sorti delle società sequestrate. “Dei cinquanta rapporti di conto corrente e bancari di cui si fa menzione solo alcuni erano in attivo – conclude – mentre molti erano stati aperti e poi chiusi senza compiere alcuna operazione. Sono compresi in questi rapporti anche delle polizze vita in favore di mio figlio. Mi auguro che la mia posizione venga chiarita al più presto e che gli amministratori, che so essere professionisti stimati e preparati, svolgano al meglio il compito affidatogli affinché nessuno dei dipendenti in forza alle mie società perda il lavoro e le realtà in cui ho sempre creduto e per le quali mi sono speso con sacrificio continuino ad essere punti di riferimento per la nostra clientela”.

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