In sciopero della fame da 128 giorni, Missuto: “Non mollo, vorrei incontrare procuratore e ministro”

 
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L'imprenditore Emilio MIssuto

Gela. “Non mi fermo…Io non mollo, non mi piegherò ai poteri forti”. È stremato Emilio Missuto, che da 128 giorni ormai sta portando avanti la sua personale protesta davanti a Palazzo di Giustizia, attraverso uno sciopero della fame che lo sta logorando nel fisico e nell’anima.
Emilio da più di quattro mesi cerca di puntare i riflettori sulla sua vicenda giudiziaria che si è man mano trasformata in un dramma personale.
Nel 2007 la sua ditta fallisce a causa di un mancato pagamento di 37mila euro di tasse, soldi che Emilio non aveva pur vantando un credito di circa un milione di euro dallo Stato per lavori effettuati in alcuni comuni della Sardegna, realizzati, fatturati e mai pagati.

Per questo motivo già nel 2013 inizia tre mesi di sciopero della fame davanti il Tribunale di Gela per chiedere giustizia. Giustizia che oggi, a distanza di 16 anni da quel fallimento che lo ha portato sul lastrico non è ancora arrivata.
Emilio adesso chiede di potersi confrontare sia con la procura che con il Presidente del Tribunale e con il Ministro della Giustizia Carlo Nordio.

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