Inchiesta “Extra fines”, difese in aula: “Catania non era vicino a Rinzivillo”

 
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Gela. La decisione del collegio penale del tribunale arriverà a fine mese. Sono quindici le condanne richieste dal pm della Dda di Caltanissetta Luigi Leghissa, nei confronti di imputati, tutti coinvolti nell’inchiesta antimafia “Extra fines”. Dopo la conclusione della requisitoria, tocca alle difese concludere, in favore di tutti gli imputati. Anche ieri, davanti al collegio penale del tribunale, presieduto dal giudice Miriam D’Amore (a latere Francesca Pulvirenti e Martina Scuderoni), i legali degli imputati hanno proseguito a sviluppare le loro conclusioni. Il legale che rappresenta l’imprenditore Emanuele Catania (l’avvocato Giacomo Ventura), ritenuto vicino al boss Salvatore Rinzvillo, ha completamente respinto ogni addebito, escludendo che ci siano mai stati accordi tra l’imprenditore e il boss per eventuali investimenti nel settore ittico. La difesa ha ripercorso le vicende che nel tempo hanno riguardato l’imprenditore, che per il legale sarebbe stato vittima dei clan e non invece contiguo, come ritengono i pm dell’antimafia di Caltanissetta. Accuse che sono state respinte anche per le posizioni di imputati come Luigi Rinzivillo, Rosario Cattuto e Umberto Bongiorno. Per i legali (gli avvocati Boris Pastorello, Riccardo Balsamo e Giacomo Ventura), non avrebbero supportato Rinzivillo né si sarebbero messi a disposizione per eventuali affari economici, anche a Roma.

Nelle prossime udienze, toccherà ancora ai difensori intervenire. Tra i legali, ci sono inoltre gli avvocati Flavio Sinatra, Giovanna Cassarà, Antonio Gagliano, Boris Pastorello e Mirko Maniglia.

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