Inchiesta sui furti d’acqua nella condotta Gela-Aragona, proscioglimento per uno degli imputati

 
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Immagine repertorio

Gela. L’inchiesta si concentrò su furti d’acqua dalla rete della condotta Gela-Aragona. I pm della procura locale hanno mandato a processo ventisei imputati, tutti della provincia di Agrigento ma con proprietà terriere in territorio buterese e gelese. Molti di loro, per il tramite dei rispettivi legali, hanno già avanzato richiesta di riti alternativi e messa alla prova. Il giudice Eva Nicastro ha invece disposto il proscioglimento del cinquantenne Angelo Consagra, difeso dall’avvocato Francesco Cottone. Era accusato di violenza privata, perché secondo gli inquirenti avrebbe minacciato un operatore che stava effettuando verifiche sulla presenza di eventuali allacci idrici abusivi. La difesa ha spiegato che l’operatore non formalizzò mai una querela nei confronti di Consagra. In assenza di una condizione di procedibilità essenziale, come ribadito dal difensore, sono venuti a mancare i presupposti per procedere.

Il giudice ha così formalizzato la sua decisione e Consagra esce dal procedimento. Siciliacque, gestore della condotta, è parte civile. L’indagine venne ribattezzata “H2o” e consentì di individuare consistenti furti d’acqua.  I controlli degli inquirenti furono effettuati anche con droni dall’alto. Proprio da Siciliacque partirono le prime segnalazioni.

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