Indossare il camice non è lavorare, il giudice nega risarcimento a 41 infermieri

 
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Gela. Il tempo impiegato dagli infermieri a indossare e togliersi il camice non può essere retribuito. A deciderlo è stato il giudice del lavoro, Luca Solaini, che ha respinto la richiesta avanzata da 41 infermieri in forza presso il presidio ospedaliero Vittorio Emanuele.

In verità il personale paramedico di via Palazzi che ha trascinato i vertici dell’ospedale in tribunale conta complessivamente 180 unità e gli altri sperano ancora in un verdetto differente. Il giudice del lavoro ha invece riconosciuto la richiesta per lo straordinario effettuato mettendo in discussione il conteggio dei cartellini segnatempo.

“Nell’ultimo cartellino segnatempo , infatti, viene sommato non cumulativamente lo straordinario dei periodi prcedenti, costituendone il saldo”. “La vestizione e svestizione degli infermieri non è stata riconosciuta in quanto non si comprende cosa si andrebbe a remunerare e risulta un corretto adempimento degli obblighi di legge e non un mero interesse aziendale”. Il verdetto del giudice del lavoro mette temporaneamente a tacere una richiesta che negli scorsi anni era stata impugnata anche dalle organizzazioni sindacali comparto sanità, prima di finire per le vie legali. Nei prossimi giorni sono attese in tribunale altre due sentenze avanzate da altri 139 infermieri.

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