La Corte indaga, “rischiamo l’incandidabilità”: luci sui rimborsi

 
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Gela. “Quello che contestano i magistrati della Corte dei conti è veramente molto grave. A questo punto, nessuno in aula avrà più il coraggio di votare atti pronti per essere esaminati.

Quì, si vuole colpire un intero organo che, tra mille problemi, ha comunque lavorato. Adesso, rischiamo l’incandidabilità alle prossime amministrative. E’ gravissimo”.
Il consigliere comunale di Articolo 4 Terenziano Di Stefano, a sua volta raggiunto da una richiesta di deduzioni giunta dai magistrati contabili, non usa mezzi termini.
“Basta analizzare il testo unico degli enti locali aggiornato – spiega – per accorgersi che, a causa di questo procedimento, i consiglieri coinvolti rischiano di non potersi ricandidare alle prossime amministrative”. Stando alla normativa in materia, l’incompatibilità riguarda  tutti coloro che abbiano una “lite pendente” con il comune o un “procedimento amministrativo” in atto.
Insomma, lo squarcio creato dalle verifche condotte assume connotati sempre più politici. “Credo – dice il consigliere democratico Enrico Vella – che il problema sia soprattutto gestionale. Adesso, un organismo terzo come la Corte dei conti sembra confermare che qualcosa non ha funzionato. Evidentemente, le osservazioni mosse in aula  da me e da altri componenti del Pd non erano per nulla strumentali”.
Chiede tempo e, comunque, si mostra decisamente sereno il presidente del civico consesso Giuseppe Fava. “Io e i consiglieri – ammette – abbiamo sempre lavorato per la città e approvato debiti che altri, forse, avevano dimenticato nei cassetti. Sono molto sereno e fiducioso. In materia di debiti fuori bilancio, abbiamo sempre fatto un ottimo lavoro in aula”. 
Nelle ultime ore, inoltre, non sono mancate tensioni tra gli uffici di Palazzo di Città neanche sul versante dei rimborsi concessi dall’ente in favore delle società alle cui dipendenze operano diversi consiglieri comunali in carica. Il dirigente del settore bilancio Alberto Depetro ha scritto al presidente Giuseppe Fava che, a sua volta, chiede lumi direttamente alla regione. Questa volta, la questione riguarda il corretto calcolo dei versamenti effettuati per l’anno 2011, Alle aziende spetta un rimborso parametrato alle effettive ore di assenza del consigliere-lavoratore impegnato in attività d’aula o di commissione. In media, annualmente, dalle casse comunali escono somme per circa 500 mila euro.

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