La maratona delle tasse, in aula sì a Tari e Iuc: “Troppe anomalie nel piano Ato”

 
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Gela. Una seduta che si è protratta per oltre sei ore, tra emendamenti e grande tensione. Alla fine, passano sia le aliquote Tari, l’imposta per la copertura del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti, sia il regolamento sull’imposta unica comunale.

Anche questa volta, però, il numero di consiglieri presenti in aula non ha spiccato per ampiezza, anzi. Molte defezioni tra i banchi del Pd, bilanciate da una nutrita pattuglia d’opposizione. Il dente avvelenato, comunque, non ha risparmiato i dirigenti presenti in aula e lo stesso sindaco Angelo Fasulo.
“Vorrei capire – ha subito attaccato il capogruppo di Articolo 4 Terenziano Di Stefano – come si faccia a far arrivare atti così importanti in aula a pochi giorni dalle scadenze previste dalla normativa nazionale. E’ sistematico, ci costringete a dire per forza sì. In quest’aula, purtroppo, si verificano evidenti anomalie. Come mai il piano economico 2013 dell’Ato rifiuti, essenziale per definire la Tari, non ha nessuna firma. Chi mi dice che non sia un falso?”.
Un dubbio fatto emergere anche dall’esponente di Scelta Civica Salvatore Gallo. “Ci presentate documenti – ha detto rivolgendosi al sindaco Angelo Fasulo – di cui non si conosce neanche la provenienza. Mi meraviglio, comunque, di questi stopper, come quelli delle formazioni di calcio degli anni settanta, che oggi intervengono a favore del sindaco e, solo qualche mese fa, lo attaccavano senza pietà”.
Costi anomali sul fronte rifiuti sono stati descritti dal consigliere del Nuovo Centro Destra Luigi Farruggia. “Che sia chiaro – ha precisato – stiamo per votare un evidente aumento della tassa sui rifiuti. Ho calcolato almeno un 28% in più rispetto allo scorso anno. Per cosa? Semplice! Paghiamo più di un milione di euro il servizio di pulizia delle strade. Siamo sicuri che siano più pulite del passato? Prevediamo 630 mila euro per il personale addetto agli accertamenti e alla riscossione”. Il dirigente del settore tributi Simonetta Guzzardi ha cercato di stoppare le polemiche, escludendo aumenti.
“In base ai calcoli – ha ribattuto – dobbiamo coprire un costo di 7.084.419,06 euro. A tanto ammonta la voce del servizio di raccolta e smaltimento dei rifiuti per l’anno in corso”.
Dubbi sulla genesi del piano economico dell’Ato Cl2 sono stati espressi dal capogruppo democratico Giacomo Gulizzi che, per questa ragione, ha chiesto l’intera documentazione al dirigente del settore Patrizia Zanone.
“Non capisco perché – ha replicato la funzionaria – debba trattarsi di dati non veritieri. Li abbiamo accertati”. Alla fine, però, le copie conformi all’originale del piano economico targato Ato non sono arrivate in aula. Prima di poter giungere alla votazione sulle aliquote Tari portate in aula dall’amministrazione e dettate dalla normativa nazionale in materia, si è aperto il fuoco di sbarramento degli emendamenti, ben trentasei. Mattatori, in questo caso, sono stati il consigliere Salvatore Gallo e i colleghi Terenziano Di Stefano e Luigi Farruggia.
Proposte che hanno prodotto molta confusione sia tra i dirigenti sia nella stessa amministrazione presente in aula. Emendamenti, quelli presentati, tutti rivolti a prevedere una serie di agevolazioni, soprattutto in favore delle famiglie. Un lunghissimo tira e molla, condito da parecchie sospensioni tecniche. Alla fine, ai pareri negativi espressi dal dirigente Simonetta Guzzardi si è contrapposta la convinzione dei consiglieri di poter strappare un risultato certamente politico. I tre consiglieri, però, hanno rinunciato ai loro emendamenti a patto di poterne proporre un unico, centrato sul tentativo di ottenere sgravi sulle utenze domestiche oscillanti intorno ai cinquecentomila euro. Salvatore Gallo, in forte polemica con l’intera aula, ha detto basta, rinunciandoci. Non è mancato neanche il botta e risposta tra il consigliere indipendente Antonino Ventura e il dirigente Simonetta Guzzardi. “I dirigenti – ha detto la funzionaria – vengono sempre messi alla berlina. Facciamo solo il nostro dovere”. Immediata la piccata replica del consigliere. “Se c’è qualcuno che dovrebbe pagare per l’azione avviata dai magistrati della Corte dei conti – ha detto – sono proprio i dirigenti. Mi ritrovo al centro di un procedimento giudiziario solo perché ho votato un rendiconto certificato da voi dirigenti. Mi sono fidato e, adesso, non accetto paternali. L’unico vero danno erariale è quello causato dai vostri lauti stipendi”. L’esponente Udc Guido Siragusa non ha mancato di sottolineare l’impossibilità di radicali variazioni rispetto ai dati portati in aula. “A questo punto – ha precisato ironicamente – potrei anche proporre l’azzeramento della Tari. Peccato, però, che i sette milioni per coprire il costo del servizio rifiuti debbano comunque uscire da qualche parte. Aldilà delle polemiche, sarebbe necessario agire alla radice e capire perché il servizio pesa così tanto sui conti dell’ente”. Molto critico verso l’amministrazione anche il democratico Rocco Giudice che si è detto pronto a votare per l’azzeramento dell’aliquota. Intanto, il sindaco Angelo Fasulo invitava i presenti a votare le aliquote prima possibile, con l’obiettivo di evitare qualsiasi conseguenza erariale. Così, è stato nonostante le perplessità dell’altro esponente di Articolo 4 Giuseppe Di Dio che ha spinto soprattutto sulle incertezze politiche della maggioranza davanti al caso Tari. Superato lo scoglio, si è aperta l’altra maratona per dire sì ai settanta articoli del regolamento relativo all’imposta unica comunale, nella quale è ricompresa la stessa Tari. Nonostante i tanti emendamenti, tutti con parere negativo emesso dal dirigente Simonetta Guzzardi, presentati da Salvatore Gallo: a notte fonda, l’aula ha detto sì. Una vittoria per l’amministrazione Fasulo? Sicuramente, la sua maggioranza “alternativa” ha retto senza, però, nascondere i tanti imbarazzi prodotti da numeri sempre in bilico.

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