Le denunce contro la famiglia di mafia, Lionti: “Non facciamoci rubare la nostra libertà”

 
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L'imprenditore Emanuele Lionti

Gela. Da dieci anni subiscono minacce e intimidazioni dal clan mafioso. L’operazione “Mondo Opposto” poi ha rivelato che per uno dei due fratelli Lionti era già pronto un attentato, sventato dall’intervento dei carabinieri. Con l’arresto del boss Alberto Musto, per Emanuele ed Elvis Lionti, imprenditori “coraggio” di Niscemi, inizia un nuovo percorso. Emanuele oggi lancia un appello. “Denunciate sempre, non facciamoci portare via la libertà”, dice. L’inchiesta “Mondo Opposto” ha permesso di risalire all’intera catena della famiglia di mafia niscemese, riferibile al mandamento di Gela, attraverso gli arresti effettuati dai carabinieri del comando provinciale, coordinati dai pm della Dda di Caltanissetta. Protagonisti in positivo del blitz proprio i fratelli Elvis Lionti ed Emanuele Lionti, da tempo presi di mira dai clan.

Fu una delle loro denunce, già dieci anni fa, ad aprire un fronte del coraggio a Niscemi. Per questa ragione, pare che Elvis Lionti dovesse diventare obiettivo di un piano di morte, predisposto dal clan di Niscemi ma che non si concretizzò grazie all’intervento dei carabinieri. Una scoperta che il fratello Emanuele ancora ricorda con sgomento. Emanuele il gjorno del blitz era nella sede dell’associazione antiracket gelese che dieci anni fa lo accompagnò alla denuncia. Ha ribadito che non si tornerà indietro. Lui e il fratello considerano importante quanto fatto. Non si sono pentiti di aver denunciato e lo Stato lo sentono vicino, sia per il tramite delle forze dell’ordine sia attraverso la magistratura. Al suo fianco, Salvino Legname (presidente dell’antiracket) che ribadisce l’importanza di denunciare.

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