Indotto Eni, le aziende pescano nella lista di disponibilità: nuove assunzioni

 
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Gela. I sindacati dei metalmeccanici e gli imprenditori di Sicindustria, nelle scorse settimane, sono arrivati quasi alla rottura dei rapporti. Al centro dello scontro, c’è soprattutto l’indotto della fabbrica Eni, che attraversa una fase di riconversione a green. I sindacati della triade di Fiom, Fim e Uilm contestano i criteri che diverse aziende dell’indotto starebbero adottando per effettuare assunzioni e per gestire la mole di lavoro, legata proprio ai cantieri della nuova green refinery Eni. Intanto, nonostante le turbolenze, negli ultimi giorni sono arrivate assunzioni, decise da almeno un’azienda dell’indotto, che ha scelto direttamente dal bacino di disponibilità, composto da quegli operai che, seppur con anni di esperienza in fabbrica, sono usciti dal ciclo produttivo dello stabilimento di contrada Piana del Signore. Almeno otto operai avrebbero già ricevuto la chiamata, praticamente prima delle festività natalizie.

Il bacino di disponibilità. Si aggiungono a quelli che, negli ultimi mesi, sono riusciti a rientrare in fabbrica, anche se spesso le aziende impegnate negli appalti optano per personale esterno, facendo leva sull’assenza di alcune professionalità che servono in questa fase dei lavori. In realtà, a differenza di quanto stabilito anche nel protocollo d’intesa del novembre di quattro anni fa, non sono mai veramente partite le attività di formazione del personale dell’indotto che avrebbero dovuto assicurare il reimpiego degli operai. Ovviamente, i tanti che non sono invece riusciti a tornare in fabbrica, hanno scelto strade alternative, lasciando la città, senza attendere la “manna dal cielo” di una nuova chiamata. Non è da escludere, comunque, che la questione indotto torni sul tavolo della prefettura di Caltanissetta, con un nuovo round di incontri tra vertici imprenditoriali di Sicindustria e sindacati.

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