Nasce il coordinamento regionale a difesa del diritto alla salute, c’è anche “Sos Vittorio Emanuele”

 
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Filippo Franzone e Luciana Carfì del comitato "Sos Vittorio Emanuele"

Gela. Ad inizio luglio si è formalizzata la nascita del “Coordinamento Regionale dei Comitati per il Diritto alla Salute Regione Sicilia”. Si tratta di un’unione che al momento raggruppa sotto la stessa sigla i comitati a difesa di otto ospedali isolani. Il “Coordinamento” appena costituitosi, è composto dai comitati spontanei di cittadini, nati a tutela degli ospedali Cutroni Zodda di Barcellona Pozzo di Gotto, (rapp.to Avv. Rino Nania con presidente avv. Prof. Enzo Correnti), Barone Lombardo di Canicattì (presidente avv. Giovanni Tesè), Vittorio Emanuele III di Gela (coordinatori Luciana Carfì e Filippo Franzone), Madonna SS. dell’Alto di Petralia Sottana (presidente Pietro Polito), Salvatore Cimino di Termini Imerese (coordinatrice Dott.ssa Patrizia Graziano), dal Comitato Unitario per la Sanità Pubblica per l’ospedale di Lentini (presidente Paolo Censabella), dal Comitato Aretè, a difesa dell’ospedale Barone Ignazio Romeo di Patti (presidente dott.ssa Carmela Lipari) e dal Comitato 20 Ottobre 2022 a sostegno dell’Ospedale Gravina- Santo Pietro di Caltagirone (presidente Concetta Alario). Sono in corso contatti, per l’ingresso di altri comitati. Primo atto del “Coordinamento”, la condivisione di un circostanziato documento rivolto alla classe politica siciliana e a chi ha competenza nella governance della sanità siciliana. Preso atto della preoccupante deriva del Sistema Sanitario Regionale Siciliano, che in molti territori non esprime e non realizza più principi cardine, quali la globalità delle prestazioni, l’universalità dei destinatari, l’uguaglianza di trattamento e l’equità, alla stregua dell’osservanza e il rispetto dei Livelli Essenziali delle Prestazioni (LEP) e dei Livelli Essenziali dell’Assistenza (LEA), che devono essere garantiti nel costituito rapporto tra Stato e Regioni, è necessario un cambio di passo. Molti ospedali, da sempre importanti e irrinunciabili presidi a tutela della salute della popolazione residente, sono stati depotenziati da politiche che possiamo definire di deospedalizzazione e da una non adeguata programmazione sanitaria nazionale, che ha prodotto mancanza di medici e soprattutto di specialisti.

In un documento rilasciato dal coordinamento si precisa che “si è venuta a creare una situazione inaccettabile e prolungare questo atteggiamento di attesa, significa distruggere ciò che faticosamente si è costruito a favore della sanità pubblica. Servono misure urgenti ed efficaci di fronte alla prolungata fase di transizione demografica, epidemiologica e sociale che stiamo attraversando, per ridare la dignità perduta a tutti i nosocomi, sottomessi anche alla logica economicistica dei tecnocrati. Serve un cambio di rotta, anche nell’assistenza territoriale, che palesa gravi difficoltà, che ne mortificano competenze e ruoli. Per cercare di porre rimedio ad alcune criticità. Si chiede la nomina in tempi rapidi dei nuovi direttori generali delle ASP; immediate e definitive disposizioni per la garanzia dei livelli essenziali di assistenza nel sistema dell’emergenza-urgenza negli ospedali; stesse disposizioni occorrono per l’istituzione dei Dipartimenti interaziendali di anestesia e rianimazione e per altre aree dei diversi comparti; l’aumento del monte ore per gli specialisti ambulatoriali territoriali, accrescendo così l’offerta specialistica, che si rifletterebbe positivamente nel limitare gli accessi impropri in pronto soccorso; la stabilizzazione del personale precario; l’utilizzo con contratti a ore di personale sanitario volontario in quiescenza; il rispetto dei parametri del D.M. n 70 2015; la necessità di garantire e rafforzare il sistema di emergenza- urgenza e di un diverso dimensionamento delle Aziende Sanitarie Provinciali. L’instaurazione di un dialogo costruttivo con le istituzioni per proposte condivise e l’organizzazione di importanti eventi sul diritto alla salute e sulla sanità pubblica, saranno prioritari nell’azione del nostro coordinamento”.

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